27/07/2012 – L'apertura è prevista per la prossima estate, ma i lavori per gli allestimenti sono già iniziati. Stiamo parlando del MUSE di Trento, il Museo delle Scienze progettato da Renzo Piano, consegnato alla collettività lo scorso 29 giugno.
“Quando si finisce un progetto - ha detto Renzo Piano - è un momento emotivo importante per un architetto, da quel momento in poi il progetto non è più tuo. Abbiamo lavorato dieci anni qui e questi dieci anni sono stati importanti; qui c'è coesione, c'è entusiasmo. Siamo riusciti a fare questo edificio in tempo e rispettando il budget, quasi un miracolo. Questa però non è la fine del progetto; oggi vi è la consegna degli spazi alla città e al Museo, affinché vengano riempiti di contenuti. La vera sfida inizia ora".
L’inquadramento urbanistico del nuovo Museo nasce nell’ambito della concezione progettuale dell’intervento sull’area ex-Michelin, del quale ne rappresenta un fondamentale polo di attrazione socio culturale e di interesse collettivo. La concezione urbanistica dell’intero intervento si propone di ricreare in quest’area, un vero e proprio pezzo di città, con le sue articolazioni e la sua complessità funzionale.
La volumetria complessiva dell’area è ripartita in 11 “blocchi”, denominati progressivamente dalla lettera A alla L, in cui trovano spazio funzioni commerciali, residenziali e di terziario, nonché quelle attività di interesse pubblico, che insieme al parco, “abbracciano” anche fisicamente l’intero nuovo quartiere divenendo al tempo stesso importanti magneti urbani per l’intera città.
L’idea architettonica nasce dalla ricerca di una giusta mediazione tra bisogno di flessibilità e risposta, precisa e coerente nelle forme, ai contenuti scientifici del progetto culturale. Un museo in cui i grandi temi del percorso espositivo siano riconoscibili anche nella forma e nei volumi mantenendo al tempo stesso un ampia flessibilità di allestimento degli spazi, tipica di un museo di nuova generazione.
La forma architettonica nasce, quindi, oltre che dalla interpretazione volumetrica dei contenuti scientifici del museo, anche dai rapporti con il contesto: il nuovo quartiere, il parco, il fiume, palazzo delle Albere. Tutti questi input prendono poi materialmente forma attraverso una più libera declinazione degli elementi architettonici che costituiscono il resto del quartiere nelle sue altre funzioni, residenziale terziaria e commerciale.
L’edificio è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti, adagiati su un grande specchio d’acqua sul quale sembrano galleggiare, moltiplicando gli effetti e le vibrazioni della luce e delle ombre. Il tutto è tenuto insieme, in alto, dalle grandi falde della copertura, che ne assecondano le forme, rendendole riconoscibili anche all’esterno.
Il progetto si contraddistingue per un raffinato, avveniristico profilo, omaggio alle vette delle montagne circostanti. All’interno, una vasta piazza coperta accoglie il visitatore e suddivide la zona pubblica dell’edificio dall’area riservata al personale. Gli spazi di lavoro includono uffici, laboratori di ricerca, officine, magazzini per collezioni e mostre, archivi della biblioteca e spazi tecnici. Nell’area pubblica si trovano le sale espositive, l’area bambini, la sala conferenze, i laboratori, le aule didattiche, una serra tropicale, la biblioteca ed un bar. La superficie complessiva dell’edificio misura circa 12.000 mq.
Il progetto architettonico è stato concepito con particolare riguardo agli aspetti ambientali e al risparmio energetico. Il sistema degli impianti per il funzionamento dell’edificio è centralizzato, meccanizzato e sfrutta diverse fonti di energia rinnovabili (in particolare quella solare, con l'uso di celle fotovoltaiche e pannelli solari, e la geotermica, con lo sfruttamento di sonde a scambio termico).
Nella costruzione vengono privilegiati materiali di provenienza locale (calcestruzzo e rivestimenti in pietra verdello) per limitare l’inquinamento dovuto al trasporto e materiali rapidamente rinnovabili, quale ad esempio il bambù per la pavimentazione delle zone espositive. Il legno viene invece utilizzato per gli elementi strutturali. Grazie alla collaborazione con il Distretto Tecnologico Trentino, il progetto è stato sottoposto alle procedure per il raggiungimento della certificazione LEED® livello Gold.
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