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Barozzi Veiga vince il Premio “Barbara Cappochin” 2011
Il progetto ‘Ribera del Duero’ coniuga estetica, funzionalità e sostenibilità
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02/09/2011 – Sono due giovani talenti emergenti dell’architettura contemporanea, l’italiano Fabrizio Barozzi e lo spagnolo Alberto Veiga, ad aggiudicarsi il Premio internazionale di Architettura “Barbara Cappochin” 2011: loro il progetto del nuovo Centro di promozione della D.O.C. “Ribera del Dueroa Roa, in Spagna, scelto dalla Giuria con la più ampia unanimità «perché coniuga quelle qualità di estetica, funzionalità e sostenibilità auspicate dalle finalità del Premio».
 
Il Premio, tra i più prestigiosi a livello mondiale, si inserisce nell’ambito della Biennale di Architettura “Barbara Cappochin” e si propone di valorizzare il lavoro di progettisti e costruttori che privilegiano la cultura della qualità nell’architettura. È un’iniziativa promossa dalla Fondazione “Barbara Cappochin” e dall’Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Padova insieme al Comune di Padova, realizzata in collaborazione con la Regione Veneto, l’Unione internazionale degli Architetti (U.I.A.) e il Consiglio nazionale Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (C.N.A.P.P.C.).
 
Ben 383 le operecandidate al concorso, completate tutte tra luglio 2008 e giugno 2011e appartenenti alle diverse categorie previste dal bando: architettura residenziale/ commerciale/direzionale/mista; pubblica; del paesaggio e, novità di questa edizione, architettura d’interni. Il progetto ‘Ribera del Duero’ coniuga estetica, funzionalità e sostenibilità


“Premio internazionale Barbara Cappochin”, il “Premio speciale al miglior dettaglio architettonico-costruttivo”, il “Premio provinciale” (per opere realizzate nella provincia di Padova), e la “Medaglia d’oro Giancarlo Ius”, pergli edifici che impiegano soluzioni innovative sotto il profilo del risparmio energetico e dell’utilizzo di energie rinnovabili. Sono 36 i Paesi rappresentati: oltre all’Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Finlandia, e poi Brasile, Messico, Stati Uniti, Israele, Cina, Giappone, Korea, Singapore,… e per la prima volta anche Afghanistan, Tunisia, Sudan, Uruguay, Panama, Norvegia, Malta, Qatar, Canada, Romania, Albania e Vietnam.
 
La giuria internazionale, guidata dal presidente del Consiglio nazionale degli Architetti italiani Leopoldo Freyrie, ha dunque assegnato il Premio internazionale a Fabrizio Barozzi e Alberto Veiga: la nuova sede del Consejo Ribera De Duero (Centro di promozione della D.O.C. “Ribera del Duero”, vino rosso di qualità della zona), inaugurato la scorsa primavera, sorge in prossimità dell’antica muraglia medievale della cittadina spagnola di Roa. L’opera – di cui è stata riconosciuta «la capacità di sintesi e di semplicità che risolve il delicato rapporto tra contemporaneità del progetto, paesaggio esistente e storia dei luoghi» - è pensata come completamento di un edificio preesistente ed è costituita da due elementi architettonici dominanti: la torre monumentale in pietra e l’antico Ospedale di san Juan del XVI secolo, ristrutturato e ampliato per poter accogliere tutti gli spazi amministrativi del Centro. Grazie alla verticalità della torre, la struttura “dialoga” con l’orizzonte e la monumentalità dello scenario circostante, diventando elemento di transizione tra la città e il paesaggio, il nuovo e l’antico. 35enne, originario di Rovereto (Trento), Barozzi è particolarmente apprezzato all’estero e da anni lavora in Spagna; con Veiga, 38enne nato a Santiago di Compostela, ha fondato nel 2004 lo studio Ebv.
Nella stessa sezione le menzioni d’onore sono state conferite a due altri progetti spagnoli: il Centro Madrid Salud de Usera (Centro di assistenza sanitaria comunale di Madrid) dell’architetto Marìa Hurtado de Mendoza e la sede della Foundation of Rehabilitation and conservation of marine animals di El Prat del Llobregat, in Catalogna, diJordi Hidalgo; infine, a Claudio Nardi per il Museum of Contemporary Art di Cracovia (Polonia).
 
Il Premio speciale per la cura degli elementi di dettaglio è stato assegnato alla Shima Kitchen del giapponese RYO ABE, per «la semplicità del progetto [che] interpreta con freschezza tecniche tradizionali combinate insieme a tecnologie e forme contemporanee, riutilizzando risorse esistenti». Si tratta di un edificio ricavato da una vecchia casa abbandonata, in un villaggio dell’isola giapponese di Teshima, e destinato a ospitare performance artistiche e attività ricreative. Menzioni d’onore a Rubens Cortes, progettista della Public Library “Marìa Lejárraga” di Granada (Spagna), e ad Armando Ruinelli per la Riqualificazione di una stalla nel villaggio svizzero di Soglio, in Val Bregaglia.
 
Istituita in onore dell’architetto e grande sostenitore della Biennale scomparso nel 2009, la Medaglia d’oro “Giancarlo Ius” va al giovane architetto spagnolo Jaime Magen per l’Environmental Department di Saragozza, risultata l’opera più innovativa sotto il profilo del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale: «L’architettura si fa manifesto dei contenuti evoluti che ospita – così la giuria - e, insieme, diventa spazio pubblico abitato dalla città, con la possibilità di utilizzare il tetto e gli spazi esterni come luogo d’incontro della comunità e come frammento di un nuovo paesaggio».
 
È Francesco Loschi, con il progetto di una Cappella di famiglia, a vincere infine il Premio provinciale. L’opera è stata scelta per la semplicità e la sensibilità con cui con cui è stata realizzata, l’attenzione all’uso dei materiali e la qualità nel disegno dei singoli dettagli. Menzionati della sezione: Arianna Gobbo per il fabbricato a uso produttivo App Tech a Mestrino e Maurizio Striolo per il Distretto sanitario di Selvazzano Dentro.
 
«L’edizione 2011 registra, in generale, opere di notevole qualità, con alcune assolute punte di eccellenza»commenta l’architetto Giuseppe Cappochin, presidente della Fondazione e dell’Ordine degli Architetti di Padova: «Siamo particolarmente lieti di aver premiato anche quest’anno opere di giovani emergenti, che sanno essere con tutta evidenza linfa e fermento nuovi per l’architettura di oggi e il disegno futuro delle nostre città. Molte delle opere premiate e menzionate sono frutto di concorsi pubblici – aggiunge -, a conferma da un lato di quali importanti opportunità di espressione essi rappresentino per le nuove generazioni di architetti, dall’altro di quanto diano impulso alla qualità dell’architettura a beneficio della società».
 
Come per le scorse edizioni, i vincitori saranno proclamati durante la cerimonia ufficiale del 26 ottobre, al Teatro Verdi di Padova. Le loro opere, insieme a quelle di tutte quelle selezionate dalla giuria (75 in totale), saranno esposte fino al 12 marzo 2012 in piazza Cavour a Padova, sul grande “Tavolo dell’architettura”, la tradizionale “vetrina” della Biennale il cui progetto porta quest’anno la firma di Michele De Lucchi, designer e architetto di fama internazionale. Il Tavolo sarà realizzato da Ar.te, che già nel 2009 aveva costruito quello ideato da Zaha Hadid.
 
La Biennale internazionale di Architettura “Barbara Cappochin”, come sempre, prevede anche una mostra a Palazzo della Ragione (26 ottobre 2011 - 12 febbraio 2012), dedicata per la prima volta, anziché all’esposizione monografica delle opere e dei progetti di un solo architetto (nelle passate edizioni ospiti furono: Botta - 2003, Chipperfield - 2005, Kuma - 2007, Hadid - 2009), a un tema di forte attualità: la rigenerazione urbana sostenibile. L’allestimento è progettato da Michele De Lucchi insieme ad Andrea Boschetti (studio Metrogramma).
Il catalogo della Biennale (Premio e Mostra) sarà pubblicato da Marsilio Editori.
 
Per ulteriori informazioni: www.barbaracappochinfoundation.net
 

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