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Roma: presentate le 7 idee per riqualificare via Giulia
La consultazione popolare deciderà il futuro di una delle strade più prestigiose della capitale
Autore: cecilia di marzo
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09/02/2011 - Si è svolto lo scorso 2 febbraio presso l’Auditorium dell’Ara Pacis l’incontro dal tema “La Moretta e Via Giulia. Passato e nuove idee s’incontrano”, promosso dal Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica, Direzione Programmazione e Pianificazione del Territorio-Ufficio Città Storica di Roma Capitale.
Il dibattito ha riguardato il programma di riqualificazione urbanistica e ambientale della Città Storica, e più precisamente la riqualificazione di Via Giulia, una delle strade più prestigiose della capitale, per la quale l’Amministrazione comunale ha invitato 7 progettisti italiani e stranieri - Aldo Aymonino, David Chipperfield, Stefano Cordeschi, Roger Diener, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Giuseppe Rebecchini - a presentare, a titolo gratuito, le proprie proposte progettuali per il vuoto urbanistico presente lungo  via Giulia, in corrispondenza con Ponte Mazzini.
 
Lungo via Giulia, aperta all’inizio del Cinquecento da papa Giulio II, le demolizioni degli anni Trenta lasciarono una ferita aperta alterando l’equilibrio architettonico per ridisegnare un nuovo assetto urbanistico dell’area centrale della città.
Dal dopoguerra si è discusso molto sulle possibili ipotesi di intervento, e negli anni Ottanta è stata avanzata una proposta che non ha avuto seguito poiché ritenuta troppo impattante e poco rispettosa del contesto circostante. Pertanto, ad eccezione di un modesto intervento di recupero negli anni Novanta - che ha interessato solo la ricostruzione della parte edificata risparmiata dalle demolizioni e il restauro della chiesa di San Filippino Neri - il vuoto urbanistico di via Giulia non è stato colmato.
 
L’Ufficio di Città Storica ha sviluppato preliminarmente un’ipotesi che affronta il tema della ricostruzione secondo il criterio del recupero conservativo, con il parere del Prof. Paolo Marconi, docente della Facoltà di Architettura di Roma, che ha condotto molti studi storici su Via Giulia e sulla possibilità di operare una riedificazione letterale degli isolati demoliti.
Oggi l’esigenza di intervenire, dettata anche dalla necessità di definire la sistemazione in superficie della parte interessata dal parcheggio sotterraneo, attraverso l’elaborazione di un Piano di Recupero di iniziativa pubblica, pone con maggiore urgenza la definizione delle possibili modalità di intervento da mettere in atto nella riqualificazione.
Lo scenario ipotizzato si pone come obiettivo il recupero del valore urbanistico dell’impianto legato alla continuità delle quinte edilizie mediante due differenti modalità di intervento sui due isolati.
 
Sul lato ovest due edifici allineati con il fronte edilizio esistente, ricostruiscono la continuità della quinta architettonica riprendendo l’allineamento dei fronti su via Giulia degli isolati demoliti; la separazione tra i due edifici riprende la posizione dell’antico Vicolo della Padella che passava tra i due isolati. Le facciate su via Giulia dal profilo derivato dai palazzi demoliti, recuperano la continuità della quinta edilizia nel suo valore urbanistico, senza operare una ricostruzione filologica del tessuto degli isolati preesistenti. Il trattamento delle facciate riprende il ritmo, le forature, i colori e i materiali che si ritrovano lungo la strada. Sul fronte verso il Tevere i due edifici si aprono, con i portici al piano terra, su una grande piazza affacciata sul Lungotevere e caratterizzata da spazi diversificati.
 
Sul lato est un edificio a corte che reinterpreta il tracciato storico dell’isolato completando il fronte edilizio su via Giulia in continuità con l’edificato esistente che integra la chiesa di San Filippo Neri. L’edificio destinato prevalentemente a spazi espositivi, si apre sulla via Giulia con l’accesso principale direttamente connesso con la corte interna posizionato in corrispondenza del passaggio tra i due edifici sul fronte opposto che introduce alla piazza sul Tevere.
 
Aldo Aymonino
presenta due soluzioni che riprendono, completandolo, il filo edilizio della “lunga strada dritta” riproponendo la visione originaria di scorcio della chiesa di S.Filippino del Raguzzini […]; entrambe consentono un facile accesso dal lungotevere, lasciando libera la visuale verso il colle del Gianicolo, straordinario elemento visuale e paesaggistico; entrambe infine non toccano le facciate laterali degli edifici del Liceo “Virgilio” e delle Carceri Nuove Innocenziane (attuale sede della Direzione Nazionale Antimafia), consentendo al contempo […] il disegno di una breve passeggiata in quota che porta a un piccolo belvedere che consente di riuscire a guardare il livello dell’acqua del fiume, oggi escluso da qualsiasi visuale in centro storico.
 
Il Diagramma Urbanistico della proposta progettuale di David Chipperfield segue l'idea Bramantesca di una struttura urbana unitaria tenuta salda da tre elementi fondamentali: il tracciato continuo di Via Giulia, i complessi edilizi emergenti localizzati in posizioni strategiche e la piazza principale. Mentre Bramante prevedeva un ampio spazio pubblico, una piazza posta di fronte al Palazzo dei Tribunali che collegasse il percorso rettilineo di una strada più razionale (Via Giulia) con il percorso più curvilineo di una sequenza meno razionale di strade (Via Banchi Vecchi e Via Monserrato), la proposta inverte questa idea proponendo di dividere l’area in due spazi pubblici, uno in relazione a Via Banchi Vecchi e Via Monserrato e l'altro in relazione al lungofiume Sangallo. Due corti poste sui lati opposti di Via Giulia  consentono di generare un collegamento fisico e visivo tra spazi esterni ed interni: la prima si trova all'interno di un volume singolo mentre la seconda è delimitata da più edifici. Seguendo ancora una volta le intenzioni di Bramante, Chipperfield prevede di realizzare un edificio di grandi proporzioni e di pregio architettonico, […] destinato ad abitazioni per studenti ed insegnanti.
 
Il progetto di Stefano Cordeschi, propone la realizzazione di un nuovo edificio sulla quasi totalità dell’area compresa tra il Lungotevere e Via Giulia coerente con il sedime delle preesistenze e con l’impostazione del piano parcheggi approvato. L’impianto prevede due elementi principali: un edificio a corte di forma regolare con funzioni ricettive e museali e una galleria urbana su più livelli che si adatta alla morfologia del luogo collegando il Lungotevere con Via Giulia. La galleria è compresa tra l’edificio a corte e un perimetro murario che la separa dalle strade circostanti. La facciata su Via Giulia è parte di questo perimetro del tutto indipendente e pertanto configurabile in autonomia rispetto alle funzioni insediate. Mentre su via Giulia il nuovo edificio mostra una “maschera” che dialoga più con il paesaggio circostante che con i propri contenuti funzionali, sul Lungotevere rende manifesta la propria struttura tipologica preservando la facciata, in realtà assente, come “sezione”. La soluzione proposta per il fronte su Via Giulia prevede il rispetto degli allineamenti e delle altezze medie degli edifici esistenti per garantire la ricostruzione della quinta prospettica della strada senza ricorrere all’apparato figurativo del palazzo cinquecentesco e delle sue declinazioni di epoca moderna.
 
Il progetto di Diener & Diener Architekten di Basilea, con i romani Garofalo Miura Architetti e Vogt Landschaftsarchitekten di Zurigo per l’architettura del paesaggio, propone di creare un giardino pubblico tra Via Giulia e il Lungotevere, e di affidare al muro di cinta la ricostruzione del tessuto urbano medievale e rinascimentale. Il giardino si ispira a quello di Palazzo Farnese, poco distante, ma ha un impatto assai diverso su Via Giulia per l’estensione e il carattere pubblico che si offre ai cittadini. Dal suo interno si apre la vista oltre sul fiume e sulle pendici del Gianicolo, mentre in Via Giulia si vive l’esperienza inattesa di un paesaggio e della luce filtrata dagli alberi, che è molto diversa da quella della città costruita.
 
 
Per dare una risposta alle esigenze del programma di risanamento il progetto di Paolo Portoghesi propone: la costruzione di due corpi di fabbrica che presentano verso Via Giulia due facciate di profilo identico a quello dei palazzi Ruggia e Incoronati, in modo da recuperare la quinta soppressa nel suo valore urbanistico, senza però la pretesa della ricostruzione filologica del tessuto degli isolati e delle facciate preesistenti; la riapertura del vicolo della Padella tra i due palazzetti per consentire l’accesso diretto da via Giulia al parcheggio e all’area verde prevista sulla copertura del parcheggio stesso; il trattamento delle facciate con un criterio analogico replicando il ritmo e le dimensioni delle forature che si ripetono per tutta la strada; l’adozione di una maglia strutturale di cui rimangano a vista i giunti angolari determina una interessante analogia con i numerosi cantonali a bugne sovrapposte che si osservano nella strada. La leggibilità di questi cantonali, con fessure riempite di blocchi trasparenti in pasta di vetro, risponde inoltre alla esigenza di manifestare, secondo i principi del restauro moderno, la datazione dell’intervento.
 
La proposta di Franco Purini ha assunto come vincolo il progetto di parcheggio attualmente in costruzione, a partire dal quale ha individuato come proprio obbiettivo la ricomposizione della continuità delle quinte di Via Giulia nel tratto corrispondente a Piazza della Moretta. L’intenzione della proposta è quella di ricostituire le quinte murarie in corrispondenza delle parti di tessuto demolito. Il senso della proposta è di individuare, con gli strumenti e i temi del linguaggio architettonico contemporaneo, una metrica in grado di ritessere quell’insieme di relazioni spaziali, sostenute da un adeguato ritmo, che animava le facciate scomparse. […] la proposta prevede, sul lato ovest, la costruzione di una facciata in muratura dietro la quale si sviluppa un edificio in acciaio e vetro che potrebbe ospitare una struttura museale. Il basamento, alto due piani, accoglie i servizi per i visitatori, un bookshop e la caffetteria. Sul lato est si suggerisce di ricostruire l’isolato di San Filippino destinando il nuovo edificio a residenza studentesca.
 
Giuseppe Rebecchini
propone la creazione di un giardino pubblico con la sistemazione della copertura del futuro parcheggio interrato nel grande vuoto ora esistente delimitato dai Lungotevere, il Liceo Virgilio, la sede della Direzione Nazionale Antimafia e Via Giulia.
La nuova area a verde, contigua ai Lungotevere alberati realizzati alla fine dell’Ottocento, entra in stretta relazione con questi. Connessi all’uso del giardino sono previsti alcuni manufatti di piccola dimensione. In particolare lungo il bordo verso il fiume due analoghi manufatti lineari ad un piano possono accogliere, vicino al Liceo Virgilio, locali a disposizione della scuola e più in là, oltre l’accesso principale posto di fronte al Ponte Mazzini, un locale per noleggio biciclette, una ludoteca per bambini e uno snack-bar con zona di tavolini all’aperto, adiacente a una lunga vasca d’acqua.
 
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha concluso l’incontro affermando: “sui progetti è previsto un ampio confronto con i cittadini, in questo caso sono stati coinvolti numerosi architetti che hanno presentato le loro idee gratuitamente; idee che saranno sottoposte poi a una consultazione popolare. Le proposte degli architetti e la consultazione popolare costituiranno la base per le linee guida alla gara che sarà fatta dal concessionario con criteri di trasparenza, per evitare qualsiasi errore operando su un bene unico come il centro storico di Roma”.
 
Su queste affermazioni il Movimento per l’Architettura Contemporanea “Amate l’Architettura” ha inviato a quattro dei sette progettisti, Purini, Cordeschi, Aymonino e Rebecchini, tutti professori universitari, al Presidente dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e provincia, arch. Amedeo Schiattarella e al Sindaco di Roma Alemanno, una lettera di chiarimento in merito all’effettiva gratuità della prestazione professionale, che contravviene al Codice Deontologico, e all’incompatibilità dei pubblici funzionari (professori universitari) con l’attività libero-professionale in relazione agli incarichi per lavori pubblici.
Amate l’Architettura”  ha, inoltre, avviato una petizione online per sottoscrivere la lettera.


  •   Lettera aperta Amate l'Architettura

  •   Presentazione Diener&Diener


  •   Scheda progetto: IL RESTAURO DI VIA GIULIA - Una ferita da rimarginare
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      Scheda progetto: Una proposta di ricomposizione urbana
    Vedi Scheda Progetto
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