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Nuova vita per il Museo Nazionale d’Abruzzo
Vince il concorso di progettazione il gruppo NUSPAQ2010
Autore: rossella calabrese
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22/12/2010 – Il concorso di progettazione per la realizzazione di strutture per l'accoglienza provvisoria del Museo Nazionale d’Abruzzo nell’area ex Mattatoio dell’Aquila ha i suoi vincitori.

Bandita nel luglio scorso dagli ordini professionali degli architetti e degli ingegneri della provincia, con il patrocinio e la sponsorizzazione dell’assessorato comunale alla Ricostruzione, la competizione chiedeva ai partecipanti di pensare a spazi idonei ad ospitare il Museo, che ha avuto sede presso il Castello Spagnolo della città fino all’aprile 2009, quando il sima abbattutosi sull’Abruzzo ha reso impraticabile il forte.

A vincere la competizione è stato il team “NUSPAQ2010” (acronimo di “Nu”, nuovo, “sp”, spazio, e “aq”, L’Aquila), composto dagli aquilani arch. Federica Di Vincenzo (capogruppo), ing. Lisa Di Bartolomeo e l'arch. Giancarlo Di Vincenzo, dal professore architetto Livio Sacchi, di Roma, in qualità di consulente, e dall’architetto pugliese Vincenzo Tattolo (Barletta).

Situato tra il monumento delle 99 Cannelle, le antiche mura e le due porte poste lungo il tracciato murario, l’ex mattatoio è stato concesso in comodato d’uso gratuito dal Comune al Ministero dei Beni Culturali. I locali saranno ristrutturati e adeguati secondo quanto previsto dalla normativa antisismica nazionale. Il progetto museografico e museologico saràa curato dall’amministrazione locale.
 
L’intervento sarà realizzato grazie a un contributo di 5 milioni di euro da parte della società Invitalia, nell’ambito del Progetto Poli Museali di Eccellenza nel Mezzogiorno.
 
“Nell’intento di inserire il padiglione in un’importante area della città, rispettandone la complessità architettonica, la bellezza e la memoria storica, il progetto propone un sistema in cui il Museo Nazionale d’Abruzzo, la chiesa di San Vito e la Fontana delle 99 Cannelle costituissero altrettanti nodi strategici. I percorsi ne collegano le estremità, dando la possibilità al visitatore di accedere da qualunque punto, raggiungendone comodamente qualsiasi altro” – si legge nella relazione di progetto, fornita dal team vincitore.

L’impianto planimetrico è fondato su di una griglia regolare a maglia quadrata che misura m 6 x 6, posta sulla giacitura dell’ex Mattatoio, di cui riprende fili e allineamenti. Il nuovo edificio è sostanzialmente formato da due corpi di fabbrica che si accavallano l’uno all’altro. Il primo ha un impianto a L: il lato lungo, verso la strada, si allinea alla facciata meridionale della preesistenza; il lato corto si allinea invece alla sua facciata settentrionale. Il secondo ha un impianto pentagonale, irregolare e allungato. Si proietta a sbalzo sia verso Nord, al di sopra dell’ingresso principale per chi proviene dalla rampa d’accesso carrabile, sia verso Sud, aggettando in quota sulla strada e segnalandosi così chiaramente, sia di giorno sia di notte, a chi percorre via Tancredi da Pentina.

Al piano terra, il nuovo edificio ospita gli ingressi (verso Nord e verso Sud, entrambi completamente vetrati), i collegamenti verticali (scale separate, più piccola per gli uffici e più grande e spettacolare per il pubblico, oltre a una coppia di ascensori) e uno spazio stretto e allungato destinato alle mostre, il principale dell’intero complesso, che prende luce esclusivamente da Nord e dall’alto, consentendo così un’illuminazione naturale ottimale oltre al massimo sfruttamento delle pareti come supporto espositivo. I servizi sono suddivisi in due blocchi, uno riservato agli uffici, l’altro aperto al pubblico; in prossimità di quest’ultimo sono anche ricavati la biglietteria e il guardaroba. La hall d’ingresso permette di attraversare l’edificio da una parte all’altra e la sua flessibilità consente facilmente l’istallazione di spazi dedicati al merchandising. Al piano ammezzato sono collocati alcuni uffici.

Al piano superiore è infine collocata una sala conferenze che funzionerà a servizio dell’intero complesso anche per videoproiezioni, concerti ecc, in grado di ospitare 96 persone e caratterizzata da un pavimento inclinato al fine di migliorarne il comfort visivo; sul lato opposto è una caffetteria panoramica esposta a Sud-Ovest verso il monte di Roio, le cui ampie vetrate sono caratterizzate da una tecnologia che sfrutta gel di silicio amorfo al fine di trasformarle in superfici fotovoltaiche. Tra la sala conferenze e la caffetteria si sviluppa una piccola area che può essere allestita a bookstore. L’accesso avviene utilizzando la scala principale e la coppia di ascensori. I servizi sono convenientemente disposti all’interno del blocco che racchiude anche gli ascensori”
 
La struttura è interamente in acciaio. La necessità di garantire la massima sicurezza dal punto di vista sismico ha consigliato di sostenere, sia staticamente sia visivamente, gli sbalzi ricorrendo a tre grandi “alberi” astratti, dall’aspetto scultoreo, realizzati in scatolari d’acciaio intrecciati.

Le finiture esterne sono in pannelli d’acciaio Cor-ten e ampie vetrate in grado di garantire un buon livello d’isolamento termico oltre che acustico. Le finiture interne offrono un insieme relativamente neutro, con l’obiettivo di valorizzare tutto ciò che sarà messo in mostra. Al piano terra la pavimentazione è in resina grigia; le pareti e i controsoffitti semplicemente imbiancati. Ai livelli superiori si ripete un ambiente volutamente rassicurante e rilassante, fatto di colori tenui e giochi di luce creati dalla foratura dei pannelli di rivestimento.

Il padiglione è stato progettato all’insegna della riduzione dei consumi energetici: quest’ultima viene raggiunta attraverso l’utilizzo di un insieme di soluzioni capaci di assicurare all’interno il mantenimento del comfort ambientale - inteso come soddisfacimento dei requisiti di controllo del microclima - e dell’illuminazione naturale, limitando dunque al minimo i consumi da fonti convenzionali.
 
I criteri adottati fanno riferimento a un preciso principio bioclimatico secondo cui l’orientamento dell’edificio e lo studio del contesto climatico in cui viene realizzato, sono fattori fondamentali: da ciò scaturisce la possibilità di operare un significativo contenimento dei consumi energetici.

Le tecnologie utilizzate nella progettazione del padiglione polivalente possono essere elencate e descritte come segue:

- Isolamento termico con controllo dei ponti termici e infissi con camere a triplo vetro;
- Sfruttamento dell’inerzia termica dei materiali utilizzati per un incremento della massa termica di tamponature e solai;
- Massimo sfruttamento dell’illuminazione naturale;
- Uso di sistemi solari attivi quali pannelli fotovoltaici integrati nelle falde esposte a sud della copertura a capanna, oltre al citato, innovativo sistema che usa gel al silicio amorfo per trasformare i vetri semplici in vetrate fotovoltaiche sulle facciate a Sud Ovest;
 - Utilizzo di tecnologie per il trattamento delle acque piovane che assicurino il risparmio idrico e il riutilizzo dell’acqua per impieghi compatibili. Tali acque vengono raccolte e stoccate in un serbatoio posizionato nel piano garage;
- Sistemi domotici che controllano il funzionamento e i consumi degli impianti di illuminazione, ventilazione e sicurezza, garantendo comfort ed efficienza;
- Utilizzo nelle facciate continue di vetri ad alte prestazioni energetiche per l’eliminazione dei fenomeni di abbagliamento debilitante e il controllo dei livelli di illuminamento.
 
L’inserimento del modello tridimensionale nel software Eco-tech ha permesso la verifica del soleggiamento dell’edificio nelle diverse ore del giorno, nei vari periodi dell’anno e in condizioni di cielo sia sereno sia nuvoloso. Tale strumento ha regolato le scelte relative all’involucro per il controllo delle superfici vetrate. Un maggiore approfondimento è risultato dall’inserimento dello stesso modello nel software Dialux per la verifica dei livelli d’illuminazione interna agli ambienti. Nello specifico, la scelta risultante del sistema vetrato a Nord-Est per l’area destinata alle esposizioni ha rispettato l’esigenza di avere bassi livelli di illuminamento, mentre quella per gli uffici consente il massimo sfruttamento della luce naturale per aumentare il comfort ambientale.

In sintesi, le soluzioni e le misure utilizzate, oltre a non provocare un incremento dei costi, consistono nella scelta di materiali e tecniche costruttive e impiantistiche capaci di ridurre i consumi energetici, limitando la dipendenza dell’edificio dagli impianti tradizionali, favorendo il comportamento spontaneo dell’organismo edilizio rispetto al clima e rendendo così il padiglione un vero e proprio climate sensitive building.


  Scheda progetto: Strutture per l'accoglienza provvisoria del Museo Nazionale d’Abruzzo
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Strutture per l'accoglienza provvisoria del Museo Nazionale d’Abruzzo

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