Gli arredi di Elena Salmistraro per Scapin Collezioni, tra Primitivismo e Futurismo
La collezione New Atomic Age è concepita come un viaggio nel tempo. Simboli neo-tribali e post atomici diventano intarsi di resina su superfici in marmo
21/01/2022 - Un viaggio nel tempo in cui Primitivismo e Futurismo si uniscono: Elena Salmistraro e Scapin Collezioni presentano New Atomic Age, nuova serie di arredi composta da appendiabiti, panca, tavolo, tavolini e vaso. La collezione attinge all’iconografia della guerra fredda e al design dell’epoca per creare simboli neo-tribali e post atomici, che si traducono in intarsi di resina su superfici in marmo.
New Atomic Age è la prima collezione disegnata per Scapin Collezioni, marchio vicentino visionario e anticonformista nato nel 2017 dallo spin-off de La Veneta, storica azienda di mobili d’arte. Le sue creazioni, insolite e scenografiche, oscillano tra artigianato e arte contemporanea. Sotto la direzione artistica di Studio Milo, Scapin Collezioni ha avviato numerose collaborazioni con alcuni tra i più audaci designer del panorama internazionale. Le collezioni di Elena Salmistraro e Matteo Cibic sono le ultime novità presentate durante la scorsa Design Week milanese, con un progetto fotografico curato da Thomas Pagani e ambientato nelle campagne venete.
Con il progetto New Atomic Age Elena Salmistraro immagina il futuro visto dal passato: la collezione si ispira dal periodo storico a cavallo tra gli anni Quaranta e Sessanta, in cui il mondo, vittima della guerra fredda e terrorizzato da una catastrofe nucleare, trovava comunque la forza di immaginare un futuro migliore. Un mondo che immaginava il design con simboli grafici legati alla paura dell’atomo, cercando di cambiare il destino e sconfiggere le paure soprattutto attraverso forme e segni.
Abbiamo chiesto ad Elena Salmistraro di raccontarci della collezione New Atomic Age e della collaborazione con Scapin Collezioni.
Com'è nato l'incontro con Scapin Collezioni?
Conoscevo già Scapin, ma il vero incontro e l’inizio di questa bellissima collaborazione è merito di Studio Milo, che già da qualche anno ne segue l’art-direction. Quando Arianna (Crosetta) mi ha spiegato bene la sua idea, cioè di far convivere sia me che Matteo (Cibic) all’interno di un progetto, non ho potuto rifiutare, in primis perché come dicevo prima conoscevo bene le qualità di Scapin, e poi perché con Matteo ci eravamo detti mille volte di collaborare e non ne avevamo mai avuto occasione.
Come nasce questo progetto e a cosa si ispira?
La mia collezione si chiama “New atomic age”, perché mi piaceva citare quel periodo intorno agli anni 50 che ha caratterizzato l’estetica ed il pensiero di un epoca. La cosa che mi affascinava di più, era il ribaltamento di un tema scottante ed incerto come l’atomo ed il nucleare, che per mezzo del design e per mezzo di forme e segni, veniva tramutato, sovvertito, in elemento incoraggiante, positivo e di speranza, ribaltandone le reali emozioni.
Così ho disegnato degli oggetti in bianco e nero, con una dichiarata voglia di concretezza e di essenzialità. Geometrie semplici ma complesse nella loro composizione, cerchi, linee, nuclei, orbite, si sommano, si accavallano, si mescolano per dar vita a nuovi codici formali. Un viaggio a cavallo del tempo tra Primitivismo e Futurismo.
Il tuo lavoro combina design, arte e illustrazione, con un linguaggio visivo sempre coerente e riconoscibile. Come hai sviluppato il progetto grafico per questa collezione?
L’ispirazione arriva dal cinema, ho pensato un po’ a Mad Max, ma anche a Ken Shiro, Ritorno al Futuro, Akira.
Il tentativo di disegnare degli oggetti che fossero senza tempo, quindi senza dei veri e propri riferimenti temporali, qualcosa che fosse a cavallo tra passato e futuro mi ha portato a riguardare tantissimi film, anche di animazione, che avevo visto da giovanissima. È stato molto divertente. Alla fine ho dovuto sintetizzare al massimo le forme, immaginando elementi grafici che potessero idealmente rappresentare nuove conformazioni atomiche.
Qual è l'aspetto che più ami del tuo lavoro?
Sicuramente la versatilità, il potermi confrontare con temi e progetti sempre differenti è molto stimolante.
Con un approccio radical pop che oscilla tra tradizione e sperimentazione, Scapin Collezioni ha tradotto l'idea di Elena Salmistraro in una serie di oggetti con richiami neo-tribali e post atomici attraverso preziosi intarsi ebanisitici e intrecci tra marmo e resina. La collezione è composta dall'appendiabiti Particella, dalla panca Ione, dai tavolini Anodo e Nuclide, dal tavolo Isotopo e dal vaso Catodo.
L'appendiabiti Particella è caratterizzato dalla contrapposizione di slancio e gravità. La forma imponente dell’appendiabiti viene alleggerita dall’andamento dei preziosi intarsi in rovere, frassino e wengè che conferiscono al prodotto verticalità.
La panca Ione nasce dall’incontro tra geometrie semplici e disegni grafici. Cerchi, linee e orbite si mescolano per dar vita a una panca in marmo e resina che sembra provenire dallo Spazio.
Con il tavolino Anodo cerchi, linee e orbite in resina si mescolano su un disco di marmo. Una larga base tripartita conferisce al tavolino stabilità e carattere.
Linee pulite ed essenziali, grafiche nette e volumi generosi danno vita al coffee table Nuclide. La forza espressiva del piano d’appoggio si unisce a sostegni dalla forte tridimensionalità.
Nel tavolo da pranzo Isotopo un vivace piano tondo si combina con un basamento scultoreo composto da tre elementi conici bombati che conferiscono al prodotto una forte tridimensionalità.
Il vaso Catodo nasce da una combinazione di volumi e materiali. Attraverso l’incontro di preziosi intarsi ebanistici, dischi in vetro e componenti in ceramica viene espresso un linguaggio sintetico ed articolato allo stesso tempo.
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