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Ridare nuova vita alle pietre naturali di scarto
Il progetto Lost Stones creato da Salvatori e Piero Lissoni
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10/03/2021 - Ammassi di pietre rotte e dimenticate giacciono negli angoli di cave abbandonate. Alcune di esse, come il misterioso marmo nero usato nella Basilica del Vaticano o il verde bosco che delinea le pareti del Padiglione di Barcellona disegnato da Mies van der Rohe, raccontano la storia dei più grandi capolavori architettonici, eppure sono pietre perdute, inutilizzate, scartate.
 
Il progetto Lost Stones è stato creato da SalvatoriPiero Lissoni per ridare nuova vita a pietre naturali che altrimenti non sarebbero mai più state usate. Reinterpretando l’arte giapponese del kintsugi in cui si ripara la ceramica rotta con resina dorata, queste pietre antiche sono recuperate per dar loro la possibilità di raccontare nuovamente le storie incise nei colori, nelle venature e nei motivi che le rendono uniche.


 
La collezione Lost Stones
Il progetto Lost Stones è particolarmente versatile e si adatta a varie applicazioni. L’origine della collezione Lost Stones avviene con il lancio del tavolo da bistrot René per poi ampliarsi e includere una collaborazione con lo chef Massimo Bottura; la collezione è ora disponibile anche come texture per superfici, pareti e pavimenti.
 
'Nelle nostre cave ci sono alcuni pezzi di marmo antico davvero straordinari, li ricordo da quando ero ragazzo', racconta Gabriele Salvatori; 'per anni sono stati spostati da un angolo all’altro del piazzale solo perché rotti e “fuori moda”. Spesso, quando avevamo bisogno di fare spazio per la pietra nuova, dovevamo gettare queste vecchie lastre in discarica.
Pensavo che non avere un sistema per riutilizzare queste pietre dimenticate fosse un vero peccato, soprattutto perché le cave dalle quali erano state estratte non erano ormai più attive. Per esempio, avevamo trenta o quaranta pezzi di marmo verde che provenivano dalla stessa cava, dismessa, dalla quale era stata estratta la pietra usata da Mies van der Rohe per il Padiglione di Barcellona. Li abbiamo tenuti per anni, ma erano rotti e nonostante fossero ancora bellissimi e unici, non sapevamo come utilizzarli.
 
Allora ho pensato che occorresse trovare un modo per ripararli e da lì è nata l’idea di usare la tecnica giapponese del kintsugi che unisce le parti rotte con una resina color oro. Inizialmente ci siamo sentiti limitati dalla dimensione della lastra da riparare, perciò ho chiesto a Piero Lissoni di trovare un sistema che permettesse di utilizzare sezioni della pietra più piccole e così è nata René, una collezione di tavoli da bistrot lanciata nel corso del salone del mobile del 2019. Poi abbiamo cercato di riparare lastre più grandi e, con la stessa tecnica, abbiamo sviluppato una serie di tavoli battezzata Design for Soul, in collaborazione con l’organizzazione Food for Soul dello chef Massimo Bottura.
 
Il progetto Lost Stones richiede naturalmente molto più lavoro e presenta maggiori complessità rispetto alla lavorazione della pietra appena estratta, ma l’idea non segue una logica puramente commerciale. Il progetto è dedicato alle persone che apprezzano il concetto di riportare in vita queste meravigliose pietre antiche, che desiderano portare a casa un raro pezzo di storia, unico perché quella pietra non è più producibile!
 
Gli eventi recenti ci comunicano che abbiamo bisogno di sfruttare tutto ciò che è già disponibile intorno a noi. Nello stesso modo in cui apri il frigorifero e ti inventi una ricetta con quello che trovi, si tratta di essere creativi e giocare con quello che hai già. Con Lost Stones speriamo di aumentare la consapevolezza del problema del consumo, sia nel nostro settore che nella società, per trovare soluzioni che siano sostenibili senza compromettere la qualità di ciò che produciamo'.
 
Il progetto Lost Stones si inserisce infatti nella lunga tradizione di sostenibilità che caratterizza Salvatori. Trovando un utilizzo per la pietra che era già stata estratta, si riduce il bisogno di estrarre nuovo materiale mantenendo l’attività di estrazione a un livello sostenibile e valorizzando la pietra che ha ispirato alcuni dei più grandi designer e architetti.
La pietra naturale, così resistente all’usura, è un materiale intrinsecamente sostenibile e il progetto Lost Stones è parte dell’impegno che porta il brand a valorizzare il potenziale della pietra naturale seguendo i cambiamenti della domanda nel settore in cui opera.
 
'Tutte le volte che progetto qualcosa, sono consapevole della responsabilità che abbiamo nella scelta del materiale che utilizziamo: è nostro compito ridurre l’impatto sull’ambiente con qualsiasi mezzo a disposizione', spiega Lissoni. 
'La tecnica giapponese kintsugi consiste nel riparare oggetti di porcellana unendo i pezzi rotti con una resina speciale, preparata con oro polverizzato, in modo da evidenziare che la porcellana si è rotta, ma è stata resa ancora più bella con la riparazione: si attira l’attenzione sull’imperfezione anziché tentare di nasconderla. Adottiamo esattamente questo approccio: una volta si scartava la pietra rotta, ora invece la ripariamo e riutilizziamo, valorizzando le imperfezioni'.
 
Il progetto Lost Stones è partito dall’idea di sviluppare una nuova serie di tavoli da bistrot che il CEO Gabriele Salvatori ha proposto al suo collaboratore abituale Piero Lissoni. Battezzato con il nome del barista del bar preferito di Piero e Gabriele, il tavolo René è disponibile in pietra Rouge du Roi, Verde Aver, Nero Marquina, Giallo Siena e Bianco Nuvolato, con bordo del piano rotondo in ottone e base in Bianco di Carrara con stelo in ottone.
 
Traendo ispirazione dall’iniziativa ideata da Massimo Bottura Food for Soul, contro lo spreco alimentare nell’interesse dell’inclusione sociale, nei tavoli Design for Soul ideati da Piero Lissoni i principi del progetto Lost Stones convergono con i valori dell’iniziativa culturale dello chef insignito con tre stelle Michelin. Ruotando attorno a una rete globale di Refettori, in cui vengono serviti pasti nutrienti preparati con alimenti che altrimenti andrebbero buttati, il concept di Food for Soul presenta un evidente parallelo con il progetto Lost Stones che utilizza pietre di scarto. I tavoli dei Refettori Food for Soul sono forniti gratuitamente e possono essere acquistati nei formati rotondi e rettangolari: una parte dei proventi ottenuti dalla loro vendita sarà devoluta al progetto. Basati su una struttura semplice con gambe modulari in grado di supportare pesi diversi, i formati rotondi presentano un vassoio girevole al centro.
 
Superfici
Tutte le finiture Lost Stones possono essere selezionate per realizzare superfici, pareti e pavimenti in base alla disponibilità della pietra.
 
SALVATORI su ARCHIPRODUCTS























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