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Iris Tondo

Potenza e tecnologia sotto un’onda di cristallo
Le nuove stazioni della cabinovia Olang di Plan de Corones
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12/02/2020 - Il concorso per la progettazione dei nuovi involucri delle stazioni della cabinovia “Olang I + II”, nel comprensorio sciistico di Plan de Corones (Kronplatz), è stato vinto dallo studio di architettura schlotthauer matthiessen architecturemade.
Con le particolari coperture trasparenti a forma di onda gli architetti tedeschi hanno portato un po’ della loro Amburgo fra le montagne altoatesine. Da quest'anno la nuova cabinovia monofune a 10 posti sostituirà la vecchia cabinovia da 6 posti e potrà trasportare fino a 3.900 passeggeri l’ora.

L’impianto esistente, inaugurato nel 1989, ha una portata di 2.160 sciatori l’ora. Dalla stazione a valle a quota 1.164 m s.l.m. il primo tronco “Olang I” copre un tratto di 3.026 m fino alla stazione intermedia, a quota 2089 m s.l.m., superando in circa 8 minuti e mezzo un dislivello di 913 m.
“Olang II” percorre poi ulteriori 1.063 m, superando in circa 3 minuti altri 206 m di dislivello fino a raggiungere la stazione a monte, a quota 2.275 m s.l.m..

Come la cabinovia attuale, anche il nuovo impianto permetterà di percorrere entrambi i tratti senza trasbordo. I tre edifici che ospitano la stazione a valle, quella intermedia e la stazione a monte verranno ricoperti da un nuovo involucro esterno.

Alla base del progetto vi è la ricerca di una soluzione che si possa adattare con flessibilità alle esigenze specifiche delle tre stazioni, permettendo loro di seguire in piena libertà i ritmi della natura e della tecnologia: di qui la creazione da un lato di un involucro che integri, ampli o colleghi gli elementi esistenti e dall’altro di una copertura trasparente strutturalmente autonoma.

La nuova copertura autoportante, sorretta da pilastri di calcestruzzo armato, sporge fin sopra l’area di imbarco e sbarco, dove crea un ampio spazio privo di colonne all’interno del quale i passeggeri possono muoversi in piena libertà. Gli impianti tecnologici restano invece al di fuori del nuovo tetto autoportante. I macchinari sono infatti racchiusi in una sorta di cupola trasparente che permette di vederli in azione, facendone una vera e propria attrazione per gli utenti della cabinovia.
Questo involucro, che consente alla luce di entrare in grandi quantità senza abbagliare, viene agganciato alle strutture portanti del nuovo impianto e, insieme alla copertura piana, va a costituire la nuova pelle di ciascuna delle tre stazioni.

I basamenti delle tre stazioni e i pilastri massicci che sostengono i carichi di impianti e copertura sono realizzati in calcestruzzo nero, al quale si contrappongono il calcestruzzo chiaro e la lamiera bianca delle facciate e dei livelli di accesso. Gli interni degli accessi sono interamente eseguiti nelle tonalità del grigio chiaro e dell’argento, in modo da essere percepiti come un ambiente unico.

Colpisce soprattutto la copertura della stazione intermedia, che dai monti dell’Alto Adige sembra voler richiamare il linguaggio formale della Elbphilharmonie di Amburgo. La pellicola di ETFE scelta per realizzarla si solleva infatti a formare onde morbide, scandite dalla struttura lamellare in acciaio e alluminio che protegge gli interni dall’abbagliamento. Attraverso il tetto trasparente lo sguardo spazia libero sul panorama montano e sul cielo che lo sovrasta, ma si sofferma anche sulla tecnologia dell’impianto di risalita. Le rotazioni dei macchinari, le traiettorie disegnate dagli sciatori sulle piste e le eleganti sagome delle montagne si riflettono nell’andamento ondulato della copertura, suggestiva anche quando la si guarda dall’alto. Anziché separare l’interno dall’esterno, tetto e pareti li fanno penetrare l’uno nell’altro, fondendoli.
La flessibilità della soluzione individuata permetterà di dare una risposta adeguata alle varie esigenze delle stazioni esistenti che, dopo l’intervento, non solo riusciranno quasi a raddoppiare la portata, ma miglioreranno sensibilmente anche il comfort dei passeggeri.








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