16/12/2019 - La rassegna internazionale di documentari Doc Home è pensata come momento di approfondimento tematico della mostra At home. Progetti per l’abitare contemporaneo e prevede un programma di documentari, cortometraggi, reportage video e interviste che esamineranno e indagheranno, con linguaggi diversi, i mille volti dell’abitare contemporaneo.
I video, selezionati dall’archivio di Art Doc Festival, costituitosi nei quindici anni di organizzazione di manifestazioni documentaristiche sull’arte e l’architettura, saranno l’occasione anche per raccontare i processi ideativi e compositivi di alcuni grandi maestri dell’architettura contemporanea.
Quattro settimane di programmazione che ruotano attorno a nuclei tematici differenti, dalle case sperimentali agli interventi di riqualificazione di complessi abitativi fatiscenti, dalle residenze degli architetti ai palazzi delle grandi società, dalle ville extraurbane al rapporto con il centro della città.
PROGRAMMA:
17 > 22 dicembre
Città e metropoli. Amiamo l’architettura?
Case, case, case. Le palazzine romane che piacciono a Nanni Moretti in “Caro Diario” e che diventano gli scenari di molti drammi e commedie all’italiana Case amate o anche detestate. Case “intelligenti” che sembrano ribellarsi alla vita normale dei propri abitanti e case con balconi senza ringhiere e camere senza le porte che sovrastano il magnifico paesaggio di Firenze. Case in Italia, ad esempio nello scenario unico dell’Elba (la villa Balmain di Leonardo Ricci) o all’estero, come la splendida villa Planchart di Gio Ponti su una collina sopra Caracas, progettata tramite telegrammi e arredata con mobili e opere d’arte italiane arrivate via nave. Le case come protagoniste, a volte eccentriche o sperimentali, ma sempre necessarie.
24 > 29 dicembre
L’avanguardia: l’occhio strabico sull’architettura
Protagonisti dei film della terza settimana sono il design e l’architettura degli interni: l’avanguardia dei Visionnaires francesi e quella italiana di un decennio (1965-75) particolarmente felice, quando i Radicals del nostro paese erano esposti nei musei americani e apprezzati in campo internazionale. Un film narra di Achille Castiglioni come il maestro tout court della scuola italiana di disegno industriale e, in un altro, si indaga sulle case abitate dagli architetti. Eccentricamente, alcuni di loro eleggono a propria casa una propaggine dello studio, altri collezionano preziosi incunaboli del moderno, altri ancora vivono in enormi librerie, come il protagonista del Barone rampante di Calvino viveva sugli alberi. Siamo infine ammessi, in un altro documentario, dentro la casa di Le Corbusier, dove si scoprono, oltre al grande studio da pittore, letti alti come trespoli, la camera matrimoniale piena di docce, lavabi e rubinetti e si comprende come sia complesso il restauro del moderno.
31 dicembre > 6 gennaio
Problemi, movimenti e rivoluzioni
L’ultima settimana di rassegna è dedicata agli esperimenti sociali e alle città periferiche. Ai margini di Roma, in una fabbrica abbandonata, cresce un museo nomade e spontaneo chiamato Metropoliz dove si abita e si progetta insieme un razzo per arrivare sulla luna. Nel centro, invece, si vive nella ex fabbrica Pantanella come se questo antico stabilimento industriale fosse una città Il grattacielo di Rimini diventa protagonista della vita dell’intera città e Lisbona ci incanta nei suoi paesaggi urbani, mentre antiche miserie a Catania compongono un affresco sociale poetico e terribile nello stesso tempo. Gli fa da contraltare un paesaggio fiabesco e surreale dove la gente sembra vivere felicemente dislocata nel rigoglio della natura, e questo ci porta al villaggio Eni di Pieve di Cadore, progettato dall’architetto Edoardo Gellner tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ‘60, quando gli industriali illuminati, come Adriano Olivetti o Enrico Mattei, costruivano fabbriche all’avanguardia e villaggi modello per il benessere di operai e dirigenti.
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