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Iris Tondo

In conversazione con Federico Babina, Ema Peter e Matthew McCormick
Quarto e ultimo appuntamento con i giurati degli ADA 2019
Autore: angelo dell'olio
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05/11/2019 - Alea iacta est. La giuria ha decretato i vincitori della quarta edizione degli Archiproduct Design Awards che saranno svelati tra pochissime ore.

Federico Babina, Ema Peter e Matthew McCormick sono i protagonisti dell’ultimo appuntamento con la redazione di Archiproducts, un dialogo nato con l’obiettivo di comprendere il rapporto dei progettisti con il mondo della produzione, condividendo il loro personale punto di vista sulla 'cultura del progetto'.

Abbiamo chiesto loro di rispondere ad alcune domande per indagare le loro aspettative sulle candidature di quest’anno. Quali sono le caratteristiche che vorrebbero premiare e quale ruolo dovrebbe oggi svolgere un Premio di Design. Ognuno di loro ha condiviso le proprie riflessioni, contribuendo a comporre un’istantanea su quello che è lo stato attuale del mondo della progettazione.
 
Federico Babina, “Il Design è fatto dalle persone per le persone”
 
Cosa ti aspetti di trovare nei prodotti candidati e quali caratteristiche premierai?
La verità è che non ho aspettative… Voglio sorprendermi! Il mio atteggiamento sarà come quello di un bambino che riceve un dono! 

Immaginate il “buon design” come un bel regalo: il nastro e la carta che lo avvolgono sono come i tessuti, le pelli o il materiale di cui si compone l’oggetto, la scatola è la forma dell’oggetto e la sorpresa dentro la scatola è l'idea dietro il progetto. Sono convinto che dietro un buon progetto ci debba essere sempre un'idea inaspettata capace di sorprendere! Il mio intento è premiare gli oggetti capaci di andare oltre, per le loro capacità di trasformare e modellare la fantasia e l'immaginazione in un oggetto di design.

Qual è e quale dovrebbe essere il ruolo di un Premio di Design?
Immagino la giuria di un Premio al Design come un gruppo di "astronomi", alla scoperta di nuovi pianeti e nuove galassie per comprendere ed espandere i limiti dell'universo del design.

In che modo dovrebbe evolvere il Design contemporaneo per rispondere alle esigenze del vivere moderno?
Credo che il design sia fatto dalle persone e per le persone. Riesco a malapena a vedere il design come un'entità astratta. Il design cambia con la società, la insegue e in alcuni casi guida. La sfida? Migliorare le nostre vite. 

Ogni giorno viviamo, vediamo, respiriamo, sfioriamo e ascoltiamo il design. Adoro quando il design è in grado di sorprendermi suscitando sensazioni inaspettate. Ecco perché penso che il design debba essere in grado di comunicare ma soprattutto saper ascoltare.

Ema Peter, “Cerco i leader dell’innovazione” 
 
Cosa ti aspetti di trovare nei prodotti candidati e quali caratteristiche premierai?
Il mio sguardo è rivolto a tutto ciò che è ‘innovazione sostenibile’. In questo preciso momento storico dobbiamo comprendere quanto è gravoso il nostro impatto sull’intero Ecosistema ed iniziare a preoccuparci del nostro Pianeta Terra: i cambiamenti climatici non possono più essere presi con leggerezza e disinvoltura.

Qual è e quale dovrebbe essere il ruolo di un Premio di Design?
Un Premio al Design, oltre a dare visibilità, diventa un momento di ‘condivisione creativa’. Tale riconoscimento avrà sicuramente un effetto positivo e concreto, incoraggiando giovani talenti e grandi nomi a continuare nel loro operato creativo. 

In che modo dovrebbe evolvere il Design contemporaneo per rispondere alle esigenze del vivere moderno?
La sfida del design al giorno d'oggi? Porre l’attenzione ai cambiamenti sociali e ambientali.  

In una società sempre più incline all'invecchiamento e, alla luce dei mutamenti climatici che hanno forti ripercussioni sul modo di vivere contemporaneo, non si potrà porre l’attenzione solo su bellezza e funzionalità. 

Verosimilmente attraverso il buon design si potrà rieducare l’intera collettività affinché essa diventi sempre più consapevole e responsabile.


Matthew McCormick, “un design unico” 
 
Cosa ti aspetti di trovare nei prodotti candidati e quali caratteristiche premierai?
Sono indubbiamente alla ricerca del buon design, ma sarò curioso di scoprire originalità, autenticità e determinazione. Apprezzo molto una mente creativa in grado di padroneggiare il progetto, onorando così un’appartenenza unica e ineguagliabile. 

Qual è e quale dovrebbe essere il ruolo di un Premio di Design?
Credo che un ‘Premio al Design’ possa avere un impatto a più livelli: incoraggiare gli utenti all’acquisto, sottolineare l’eccellenza di un prodotto e il designer che lo firma e forse, soprattutto, potrà ispirare e motivare le prossime generazioni di progettisti in erba. 

Il consumatore finale, colui che utilizzerà i prodotti, ha sempre più consapevolezza e conoscenza nell'acquisto di prodotti, anche grazie all’uso di internet. La rete ci rende più informati esponendo i prodotti ad un occhio sempre più critico. Probabilmente da ora in poi si dovrà tener conto nel processo di progettazione/produzione di queste considerazioni esterne e penso anche che questa percezione del consumatore debba poter incidere nel circuito del premio.

Ci sono molti 'Premi al Design' in tutto il mondo, Archiproducts ha sempre svolto un lavoro encomiabile nel rappresentare il buon design sulla scena globale.


In che modo dovrebbe evolvere il Design contemporaneo per rispondere alle esigenze del vivere moderno?
Abbondanza e consumismo caratterizzano l’epoca che stiamo vivendo. La vera sfida è portare la produzione a immettere nel mercato prodotti resistenti al tempo, surclassando la semplice estetica e mettere invece l’accento su qualità più preziose: qualità, durabilità e adattabilità. 

Nell'ultimo decennio la produzione ha visto pochissima innovazione. Penso che si debba spostare l’attenzione su tecniche di produzione più responsabili, usando nuove tecnologia per massimizzare l'efficienza. Questo ci allontanerà sicuramente dalla nostra ossessione di 'come poter vendere e commercializzare un prodotto', concentrandoci invece su come produrre responsabilmente un prodotto che sia duraturo a lungo termine.

Come designer penso che il linguaggio del design continua a evolversi, ma a mio avviso, è nostra responsabilità puntare all’’eternità’ del manufatto e ad una prolungata durata nel tempo. Noi designer abbiamo una missione molto chiara: una costante ricerca sui materiali e sui processi che non vadano a danneggiare il nostro ecosistema, tenendo cosi a bada il fenomeno del consumismo. In definitiva il buon Design dovrebbe poter ispirare la collettività a migliorarsi, responsabilizzarsi e vivere meglio.







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