06/09/2019 - Gli spazi, le opere architettoniche fioriscono da studi che hanno ad oggetto misure e proporzioni. L’architettura si fonda sulla sintonia delle forme, sull’equilibrio e sull’armonia che si crea tra elementi, a volte contrastanti. Le città subiscono mutamenti continui, che apportando modifiche all’assetto urbano inviano in sordina messaggi sociali.
Questo processo di trasformazione abbraccia anche il centro storico di Altamura, costretto ad inglobare in un contesto omogeneo fattori dissonanti. Le dissonanze possono avere diversi profili: alcune hanno una rilevanze meramente estetica – piastrelle colorate, condizionatori d’aria, lampioni elettrici – altre – cancelli, divieti, barriere – entrano in collisione con l’idea di spazio aperto e solidarietà collettiva, rimandando materialmente sensazioni di chiusura, diffidenza e ostilità.
Il Festival dei Claustri di Altamura, per l’edizione 2019, riflette attorno all’interazione tra uomo e costruito, ponendosi come obiettivo l’armonizzazione del rapporto tra visitatore e design cittadino, che richiede operazioni di rigenerazione urbana.
Il tema di quest’anno sono gli “spazi armonici”, luoghi a cui è donata una nuova vita attraverso l’arte e la sua fruizione. Goethe definì l’architettura “musica congelata”. Ciò che fa da ponte tra i differenti linguaggi artistici è il concetto di armonia. La musica è totalmente improntata sull’armonia, risultato della relazione che si sviluppa tra le note. Consonanza e dissonanza sono alla base di qualsiasi considerazione armonica. Ma è la dissonanza a creare movimento. L’elemento di disturbo, introdotto in un contesto ordinato, assume un’importanza rilevante e spinge verso la ricerca di un equilibrio. Anche la danza brucia al fuoco dell’armonia: armonia dei movimenti, armonia del corpo nello spazio, misura del gesto e nobiltà del portamento. I claustri diventano dei teatri a cielo aperto, luoghi di vita quotidiana pronti a cullare il talento di uomini e donne. Per raggiungere questo scopo è fondamentale far crollare qualsiasi forma di recinzione, scavalcare confini e cancellare limiti. Il festival apre i cancelli posti nel centro storico, fa cadere i simboli di un’architettura aggressiva e difensiva. Tutto si schiude all’arte e alle persone.
I luoghi della città vecchia il prossimo 13 e 14 settembre valorizzeranno sentimenti positivi di condivisione, rispetto reciproco e cooperazione. Gli ostacoli fisici verranno meno, di conseguenza si potrà assistere ad una riduzione di barriere sociali e culturali. L’architettura nasce per unire, è il più grande contenitore di energia collettiva. Il Festival dei Claustri, nella sua VII edizione, regalerà ai visitatori un perfetto equilibrio tra arte e costruito. In maniera creativa sintetizzerà l’incontro tra dissonanze e consonanze, interrogando contemporaneamente diversi sensi dell’uomo. Gli artisti – nei luoghi del centro storico – con luci, suoni e movimenti esprimeranno la loro creatività, inventeranno nuovi linguaggi armonici. Il gesto si farà architettonico, lo spazio diventerà sonoro, il tempo sarà danzato.
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