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Iris Tondo

100 anni di Achille Castiglioni
Tre mostre a Milano celebrano un secolo dalla nascita del mastro del design
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© Fondazione Achille Castiglioni © Fondazione Achille Castiglioni
06/03/2018 - Il 16 febbraio scorso Achille Castiglioni avrebbe compiuto 100 anni. Una ricorrenza importante, che la Fondazione Achille Castiglioni, guidata dai figli Giovanna e Carlo, ha deciso di celebrare nello storico studio milanese di Piazza Castello con due mostre che rendono omaggio ad una figura dalla personalità ironica ed eclettica che ha fatto del design un gioco serissimo. Una terza mostra in Triennale,  celebrerà la sua opera dal design, all’architettura agli allestimenti.
 
In programma fino al prossimo 30 aprile, 100x100 Achille è il progetto fuori dall’ordinario della Fondazione Achille Castiglioni. Non una mostra antologica, bensì una collezione di 100 oggetti anonimi, non riconducibili ad alcun autore, che altrettanti designer, invitati alla festa di Achille, hanno individuato per lui come regalo. Ognuno di loro ha ricevuto un invito cartaceo, che ha trasformato in un personale biglietto di auguri, partecipando così ad una vera e propria operazione “alla Castiglioni”.
 
Oggetti anonimi, che vediamo e utilizziamo tutti i giorni e di cui non sappiamo l’origine. Diversi per genere, materiale o tipologia, proprio come quelli che il maestro Castiglioni ha cercato e collezionato per tutta la vita. Ne sono prova le famose vetrine del suo studio, stracolme di oggetti di cui apprezzava l’innovazione e la semplicità, insieme alla geniale attitudine a risolvere nel migliore dei modi l’aspetto funzionale.
 
Oggetti che diventano oggi il primo nucleo di un possibile “Museo dell’oggetto anonimo”, che raccoglie lavori di autori ignoti, ma scelti da designer noti. Come il set di forbici per la cura del bonsai, il regalo scelto da Piero Lissoni, il taglierino per carta da parati di Martino Camper, il rubinetto di plastica di Stefano Giovannoni, la spillatrice di Jasper Morrison, il profilometro di Patricia Urquiola, il festone di carta di Marcel Wanders, la graffetta di Philippe Starck, la trappola per topi di Ingo Maurer, il cappello del pastore 'Bergamino' di Alessandro Mendini, la spazzola da spazzacamino di Alberto Meda, la banconota di Ron Gilad, i guanti da giardinaggio di Naoto Fukasawa, la scopa di saggina di Formafantasma, la gruccia pieghevole di Michele De Lucchi, lo stampo per dolci di Cristina Celestino, lo spremi agrumi di Barber&Osgerby, o il trespolo per uccelli di Ronan & Erwan Bouroullec.
 
La mostra è curata da Chiara Alessi e da Domitilla Dardi, con il progetto di allestimento degli oggetti selezionati firmato Calvi Brambilla. Gli ‘Oggetti Anonimi’ verranno poi raccolti in un catalogo edito da Corraini. La mostra diventerà itinerante sia sul territorio nazionale che fuori dall’Italia.
 
Secondo appuntamento, in programma dal 25 maggio al 21 dicembre 2018, sarà Dimensione Domestica, Atto III, la ricostruzione di una sala da pranzo per un’esposizione a Tokyo realizzata da Achille Castiglioni nel 1984, a cura di Beppe Finessi, con allestimento di Marco Marzini e progetto grafico di Italo Lupi.
 
Per il centenario della nascita del maestro, la Fondazione Castiglioni presenta inoltre le riedizioni di oggetti e arredi ad opera di brand che accompagnano la firma di Achille. Alessi riedita le tazzine Bavero e presenta le versioni speciali delle posate Dry e della fruttiera/scolatoio. CEDIT ripropone l’iconico vaso Lapis in ceramica. FLOS riedita il faretto Ventosa due Fratelli Castiglioni e, del solo Achille, il kit di mini luci da lettura Nasa, oltre ad introdurre una versione speciale oversize della storica Lampadina. Zanotta riedita il portavasi Albero e presenta un’edizione speciale di Servomuto.
 
Terzo appuntamento, Achille Castiglioni, la grande mostra monografica in Triennale Design Museum, da ottobre 2018 a gennaio 2019, con cura e progetto di allestimento di Patricia Urquiola, architetto e designer che ha mosso i primi passi insieme a Castiglioni, con cui  si laurea nel 1989 al Politecnico di Milano, e che ne ha saputo raccogliere l’eredità e la capacità di sorprendere attraverso il progetto. Un’esposizione che analizzerà la sua opera in maniera trasversale, dal design all’architettura, dagli allestimenti alle mostre.


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