15/05/2013 - Il progetto dell'architetto Nicola Tommaso Bettini per il nuovo laboratorio di ricerche MTA, azienda leader nella produzione di componenti elettronici ed elettromeccanici per il mercato Automotive, OffHighway e Race, risponde al bisogno specifico della committenza di uno spazio funzionale e rappresentativo e al contempo di un nuovo luogo per le persone e per il lavoro.
L’idea di creare un “paesaggio della ricerca” si è concretizzata nella definizione di un ambiente complesso ed organizzato, ma al tempo stesso di grande suggestione. In contrasto a un programma funzionale estremamente complesso presentato dal cliente, la risposta progettuale si è concretizzata in una pianta distributiva randomizzata che ha generato una naturale flessibilità ed adeguatezza degli spazi; al massimo della complessità funzionale ha corrisposto il massimo della flessibilità progettuale.
La proposta nasce propriamente da un metodo compositivo libero venendo a definire uno schema che risulta banalmente sparpagliato, ma sorprendentemente preciso. Dal punto di vista strettamente architettonico il risultato è un ambiente dalle traiettorie indefinite, sorprendente, in cui la qualità dello spazio stesso è dovuto all’ambiguità di non essere intenzionale.
All’interno del capannone tutte le attività di ricerca sono distinte in volumi separati e dislocate rispetto al loro utilizzo e reciproca interazione.
I volumi definiscono un sistema connettivo estremamente fluido e funzionale ed essendo caratterizzati da altezza, proporzioni e colori differenti, generano un nuovo paesaggio sempre mutevole. Questi solidi puri non sono semplicemente separati, la loro prossimità o distanza definisce un rapporto spaziale preciso realizzando una micro-urbanizzazione che nel suo insieme costituisce un luogo nuovo, continuo ed integrato.
Ogni parte del progetto è differente ma è al contempo parte integrante della stessa unità progettuale. Anche il rapporto con l’architettura preesistente nella sua natura originaria di contenitore è rafforzato; i volumi infatti mantengano un rapporto organico e proporzionale con le strutture esistenti rispettano l’ortogonalità della griglia del capannone che li contiene. Anche il suo perimetro così lineare e definito in rapporto con i nuovi volumi viene a generare un sistema sempre variabile di spazi per il lavoro.
La facciata esterna costituisce il primo stralcio di un piano di rifacimento generale di tutti i prospetti dei capannoni produttivi di MTA. La nuova pelle è realizzata mediante un sistema modulare di facciata continua semistrutturale.
La profondità dei telai strutturali in alluminio, il trattamento dei vetri trasparenti, traslucidi ed opachi creano un effetto di dissimulazione dei volumi che nell’arco della giornata restituiscono un gioco di luci, ombre e riflessioni sempre mutevole. Anche il paesaggio circostante si riflette e moltiplica sulla nuova facciata. Al volgere del giorno il contrasto con la luce artificiale interna trasforma radicalmente la lettura dell’edificio da ritmico verticale ad orizzontale cromatico.
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