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La terza edizione di Sentieri d’arte prosegue con Polline
Un percorso espositivo allestito lungo le Prealpi lombarde
Autore: cecilia di marzo
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Jonathan Vivacqua, Metamorfosi, 2022_ ph. Grazia Branco Jonathan Vivacqua, Metamorfosi, 2022_ ph. Grazia Branco
06/10/2022 - Dopo I Giardini di Artemide, inaugurata lo scorso 23 luglio sulle Dolomiti Ampezzane con interventi site-specific di Margherita Morgantin, Italo Zuffi e T-yong Chung, prosegue la terza edizione di Sentieri d’arte, rassegna curata da Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli, con Polline, un percorso espositivo allestito lungo le Prealpi lombarde dei Comuni di Centro e Alta Valle Intelvi, al confine tra Como e il Canton Ticino.
La mostra, che aprirà al pubblico domenica 9 ottobre, vedrà intervenire gli artisti Simone Berti, Caretto/Spagna e Jonathan Vivacqua lungo un percorso ad anello che coinvolge il sentiero basso del Monte Generoso, il sentiero botanico di ERSAF e la strada agro-silvo-pastorale del Barco dei Montoni, passando per uno dei boschi di maggiociondolo tra i più estesi delle Alpi.

Il polline è una sostanza apparentemente informe, trasportata da vento, acqua e correnti, che assume sembianza fisica di quello “spirito vitale” che i greci rintracciavano nella potenza del mondo naturale. Il titolo della mostra si riferisce quindi al reciproco scambio che si instaura tra le opere e il contesto naturale, in un dialogo continuo tra la dimensione artistica e quella spirituale della natura. Il senso dell’arte, come il polline, è rintracciabile in ciò che si manifesta in modo impercettibile e aereo, afferrabile solo grazie a un impulso d’ispirazione estetica: arte come forma di “fecondazione” e di guarigione, che, tramite l’esercizio della sua pratica, determina una “dipendenza” in grado di porre l’esistenza al servizio di una volontà superiore.
 
Simone Berti ha ideato per la mostra due interventi denominati Senza titolo. Il primo coinvolge il rapporto esistente tra arte e botanica attraverso l’utilizzo di due alberi di faggio che, crescendo insieme attraverso l’innesto dei loro rami (anastomosi), formeranno un portale-ingresso che, nel corso degli anni, diverrà sempre più visibile e strutturato, aprendo la via allo sguardo al paesaggio pre-alpino della Valle Intelvi. La seconda installazione vede la presenza di due grandi anelli dorati allestiti in modo speculare sul tronco di due alberi collocati ai lati del sentiero: il visitatore è quindi costretto a passarvi sotto, come per ricevere una benedizione da parte del regno vegetale. La simbologia dell’anello, legata al principio di eternità e immutabilità, si lega a quella dell’ingresso in un altro mondo.
 
Andrea Caretto e Raffaella Spagna realizzano due interventi di tipo scultoreo-installativo. Il primo, Emissari, mette in evidenza la relazione tra la forma dei blocchi di roccia e i due principali agenti che hanno modellato questo territorio: l'antico ghiacciaio e i fiumi. Come pietre preziose, che brillano incastonate tra le radici di faggi monumentali, queste rocce raccontano storie di antiche profondità marine e terrestri, metamorfosi, trasporti ed erosioni. L’assemblaggio di rocce che formano l’opera Mostro Generoso attiva invece la percezione di una forma organica, di un’entità minerale perturbante. Nel cuore del bosco di maggiociondoli sembra riemergere dall’antica Tetide, una mitica creatura proveniente dagli abissi, che sorveglia, custodisce e governa. Affiorando in superficie questa entità scruta l’ambiente circostante in modo silenzioso e attende il tempo nel quale gli umani saranno di nuovo in grado di recepire i suoi messaggi.
 
Jonathan Vivacqua ricorre spesso all’utilizzo di materiale proveniente da cantieri edili, che seleziona con cura personalmente per riutilizzarlo e ricollocarlo con fine estetizzante. L’originalità del lavoro di Vivacqua risiede nella semplicità con cui assembla in modo sintetico materiali preesistenti, che possono essere considerati dei “ritrovamenti” non casuali, come nel caso degli interventi Metamorfosi e Tesoro. L’artista si misura con il paesaggio dell’Alpe Grande e del basso sentiero del Monte Generoso dando forma a due installazioni dal medesimo titolo, Scarabocchi, con sottile rimando alle funzioni presenti nei programmi di grafica, che permettono di intervenire attraverso il segno-colore su un’immagine digitale: in questo caso, ci troviamo di fronte a un “ritocco” effettuato su una “cartolina” di paesaggio. Il riferimento è ovviamente anche a quell’automatismo che si manifesta nello scrivere, quando la nostra mente è assorta in pensieri inconsapevoli, e disegni su carta vengono realizzati in modo quasi incosciente. Per “disegnare” il paesaggio, Vivacqua non si serve di una matita, di una penna o di un programma digitale, bensì utilizza il linguaggio a lui più consono della scultura e dell’installazione, generando un affascinante gioco metalinguistico.
 
Altro fattore che ha ispirato le opere di Simone Berti, Caretto Spagna, Jonathan Vivacqua, è rappresentato dall’approfondimento della poetica dell’artista svizzero Karl Schmid (1914-1998), che nel corso della sua esistenza, dedita alla produzione e all’insegnamento, ha collaborato con artisti del calibro di Jean Hans Arp, Max Bill, Oscar Kokoshka, e intellettuali come Walter Gropius e Joannes Itten, che nel 1944 gli conferì la cattedra di disegno scientifico nella Scuola di Arti Applicate di Zurigo (Kunstgewerbeschule). La produzione di Karl Schmid, tesa a far emergere il valore spirituale dell’arte, costituisce uno spartito ideale da seguire per comprendere il senso della mostra Polline, che è costruita attraverso una serie di rimandi che prendono forma in un percorso site-specific in grado di legare in modo unico l’arte contemporanea alla storia e al contesto naturalistico della Valle Intelvi. Proprio per valorizzare questa “contaminazione” il sentiero accoglie una scultura in ferro realizzata da Karl Schmid nel 1970. La scultura, Senza titolo, sembra essere composta da due mani in preghiera, che all’interno del proprio vuoto possono accogliere un seme, con riferimento alla forza con la quale la natura è in grado di perpetrare la propria vita.
 
Polline rientra nelle iniziative del Progetto MARKS, realizzato a valere sul Programma di Cooperazione V-A Interreg Italia-Svizzera 2014/2020, progetto a cura di Regione Lombardia e Canton Ticino; l'operazione è cofinanziata dall’Unione Europea, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, dallo Stato Italiano, dalla Confederazione elvetica e dai Cantoni. Polline è organizzata da Lanzo Intelvi 1868 S.r.l. e Associazione CerchioStella, in collaborazione con Comunità Montana Lario Intelvese, ERSAF, Fondazione Karl Schmid, Consorzio Forestale Lario Intelvese, Museo e Giardino Botanico Villa Carlotta, e il patrocinio dei Comuni di Centro Valle e Alta Valle Intelvi.

  Scheda evento:
Mostra:
23/07-03/11 CORTINA D'AMPEZZO
SENTIERI D'ARTE 2022. I giardini di Artemide



Jonathan Vivacqua, Scarabocchi 2, 2022_ ph. Grazia Branco


Jonathan Vivacqua, Scarabocchi, 2022_ ph. Grazia Branco


Jonathan Vivacqua, Scarabocchi, 2022_ ph. Grazia Branco


Jonathan Vivacqua, Tesoro, 2022_ ph. Grazia Branco


Karl Schmid, Senza titolo, 2022_ ph. Grazia Branco


Simone Berti, Senza titolo, 2022_ ph. Grazia Branco


Simone Berti, Senza titolo, 2022_ ph. Grazia Branco


Caretto_Spagna, Emissari, 2022_ ph. Grazia Branco


Caretto_Spagna, Mostro Generoso, 2022_ ph. Grazia Branco


Caretto_Spagna, Mostro Generoso, 2022_ ph. Grazia Branco

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Jonathan Vivacqua, Scarabocchi 2, 2022_ ph. Grazia Branco
Jonathan Vivacqua, Scarabocchi, 2022_ ph. Grazia Branco
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Jonathan Vivacqua, Tesoro, 2022_ ph. Grazia Branco
Karl Schmid, Senza titolo, 2022_ ph. Grazia Branco
Simone Berti, Senza titolo, 2022_ ph. Grazia Branco
Simone Berti, Senza titolo, 2022_ ph. Grazia Branco
Caretto_Spagna, Emissari, 2022_ ph. Grazia Branco
Caretto_Spagna, Mostro Generoso, 2022_ ph. Grazia Branco
Caretto_Spagna, Mostro Generoso, 2022_ ph. Grazia Branco
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