07/05/2021 - Il gruppo Molteni&C|Dada rende omaggio ai grandi maestri dell'architettura e del design italiano Ignazio Gardella e Carlo Scarpa, attraverso il progetto narrativo Mood 2021 presentato in occasione di Milano Design City 2021.
Nati il primo a Milano nel 1905 e il secondo a Venezia nel 1906, a distanza di un solo anno, Gardella e Scarpa hanno affrontato parallelamente temi comuni nel progettare architetture sia pubbliche sia private, mostre e musei, sempre con una particolare attenzione al dettaglio, con la capacità di controllare il disegno, dalla scala dell’architettura fino a quella del più sofisticato dettaglio e degli arredi.
Entrambi hanno saputo guardare al progetto abitativo come un tema complesso, dove tutte le parti debbano dialogare ed essere coerenti. Nel loro linguaggio di forme, regole, dettagli, palette materiche e cromatiche, il gruppo Molteni ha individuato le fonti per tributare un omaggio al grande insegnamento che hanno lasciato con le loro opere.
Da Ignazio Gardella, l'insegnamento della gentilezza delle forme, l’attenzione per materiali che sappiano rendere spazi nitidi per il loro rigore di proporzioni, vibranti e caldi, una palette di colori e materie che si inseguono con delicatezza. Si aggiungono gli esercizi cromatici audaci, come i colori brillanti – arancio lacca, bordeaux – o l’idea di far dialogare la modernità con capolavori d’arte antica, appesi a un palo che li rende protagonisti dello spazio.
Da Carlo Scarpa, l'ispirazione per l'architettura, dove la nitidezza è sottolineata da elementi che portano la geometria, come avrebbe fatto Cezanne. Una linea, un segno grafico legano e individuano campiture geometriche che richiamano le pannellature della stagione della sia vita proprio in Giappone. Pilastri cilindrici, da elementi strutturali, si trasformano in elementi scultorei che scandiscono e caratterizzano gli spazi. La materia, nella casa di Scarpa, lavora più sui contrasti e le memorie del palazzo veneziano. Legno, seminati, metalli che richiamano la luminosità della superfice dell’acqua e delle pareti a stucco.
“Progettare nell’oggi vuol dire rendersi conto che le due dimensioni del tempo non presente (il passato e il futuro) sono unite da una segreta parentela, di cui il presente è un anello. Perché un’architettura di oggi assuma questo suo valore di anello, occorre che ci sia in essa la cosciente “presenza del passato”, nella prospettiva del futuro. Cosciente perché la memoria è e deve essere un atto critico” (tratto da Ignazio Gardella nell’architettura italiana. Opere 1929-1999” - Stefano Guidarini, ed. Skira 2002).
“Il vocabolario della Crusca, alla parola “arredo”, dice soltanto: “provvedere del necessario”. Il Battisti aggiunge che “arredamento” deriva dal gotico “garedàm”, che vuol dire “avere cura”, e dallo spagnolo “arrear” che vuol dire “adornare”...
Da questi termini molto semplici consegue il principio di necessità.
Gli arredi sono necessari, da cui il corollario: avere cura degli arredi, della loro conservazione e, soprattutto, della bellezza, cosa questa che mi pare un imperativo categorico per la nostra professione. Così come si provvede alla necessità, mi pare molto logico provvedere alla bellezza, un fatto, questo, insito negli uomini sin dalle origini “(tratto da Lectio Magistralis intitolata “Arredare” tenuta da Carlo Scarpa, 18 Marzo 1964).
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