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Iris Tondo

Colazione sull’erba in ‘Una Stanza tutta per sé’
A Cantiere Galli Design, Agostino Iacurci chiude la settima ed ultima edizione del ciclo di installazioni site specific
Autore: rossana vinci
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28/11/2019 - Da scatola della creatività a luogo dell'accoglienza. Nel suo terzo e ultimo anno di vita, ‘Una stanza tutta per sé’ – il titolo è tratto dal celebre saggio di Virginia Woolf – punta al tema dell’ospitalità che trasforma e arricchisce la natura stessa del primo progetto site specific curato da Domitilla Dardi negli spazi di Cantiere Galliil primo Interior Design Center di Roma, diretto da Eleonora Galli.

‘La Stanza’ è uno spazio elementare nel quale ad alcuni tra i più interessanti progettisti contemporanei è stata offerta la possibilità di tracciare un ritratto intimo e personale del proprio modo di intendere lo spazio dell’invenzione, del pensiero e delle idee. "Una sorta di scatola nera dell’immaginario che registra il processo che dalla prima intuizione conduce alla realizzazione fisica di elementi che divengono testimoni di una visione personale" – spiega Domitilla Dardi.

Dopo tre anni in cui designer ed architetti si sono succeduti nella realizzazione del progetto, la trilogia si chiude con la stanza di Agostino Iacurci – giovane artista pugliese trapiantato a Berlino – dal titolo Colazione sull'erba.
La sua personale interpretazione del tema ospitalità è quanto di più familiare e vicino alla vita di tutti i giorni in una classica famiglia, italiana e non solo. 



"Nella mia famiglia la tavola è il centro della vita sociale, il luogo dove si passa la maggior parte del tempo assieme e dove ci si scambiano affetti sotto forma di pietanze” – afferma Iacurci. “Del resto, dalle mie parti, per frenare bruscamente un eccesso di confidenza di un interlocutore gli si domanda: “Abbiamo mai mangiato insieme?”, come a dire che la condivisione di un pasto è requisito minimo di una conoscenza. 

Quando sono stato invitato a immaginare una stanza sul tema “Ospiti desiderati” non ho potuto non pensare alle grandi tavolate della mia infanzia, imbandite spesso all’aperto in campagna durante le feste in famiglia, di cui la mia parte preferita era la realizzazione della salsa.”



“Ho quindi immaginato una tavolata in mezzo ai pomodori, una pianta a me molto cara e dalla storia emblematica. Originaria di Messico e Perù, la pianta del pomodoro è arrivata in Europa nel 1540. Al centro di questo paesaggio con pomodori ho quindi immaginato una tavola. L’ho ispirata alle curve di Victorine Meurent nel più celebre dei quadri raffiguranti un pasto campestre: “Le Déjeuner sur l’herbe” di Manet. Sinuosa e sicura, la particolarità di questa tavola è quella di essere allo stesso tempo un tappeto. Un oggetto in grado di accogliere idealmente i diversi modi di mangiare: in piedi, seduti, in ginocchio, a terra. Ho voluto infatti la mia tavola aperta e curiosa, capace di rendere ogni ospite desiderato." 



Prima di Agostino Iacurci, a sviluppare lo stesso tema dell’ospitalità era stato il designer libanese Khaled El Mays che per l’allestimento della sua Stanza si interroga sulla relazione odierna tra artigianato e design.



In omaggio ai cento anni dalla nascita del Bauhaus, Khaled El Mays intitola la sua stanza Welcome Mr.Breuer immaginando di ospitarvi uno dei principali esponenti della scuola tedesca, Marcel Breuer, per un dialogo tra culture diverse e tra passato e presente.
Proprio questo dialogo immaginario porta il protagonista a presentare una evoluzione del principale prodotto di Breuer, la Sedia Wassily, e in particolare a metterne a confronto due, una realizzata da manifattura italiana e un’altra da manifattura libanese.
Il risultato è un affascinante confronto partecipato tra mondi e tecniche differenti. 



La rassegna della stanza è stata avviata nel 2017 con i progetti di Giuseppe Arezzi, Beata Solitudo, Cristina Celestino, Proiezioni e GamFratesi, "Ordine Gigante, ai quali era stato richiesto di interpretare il tema di “Personale/Condiviso”



Matilde Cassani con il suo Sunsetinsieme a Andrea Anastasio con Risvolto, sono invece i nomi della stagione 2018 che aveva come fil-rouge il tema di “Lasciare tracce”, individuato dalla curatrice Domitilla Dardi per solleticare le menti e sollecitare una riflessione sugli spazi che viviamo, su come li abitiamo e li personalizziamo. 



Ordine Gigante | Gamfratesi


Ordine Gigante | Gamfratesi


Proiezioni | Cristina Celestino


Proiezioni | Cristina Celestino


Beata Solitudo | Giuseppe Arezzi


Beata Solitudo | Giuseppe Arezzi


Beata Solitudo | Giuseppe Arezzi


Risvolto | Andrea Anastasio


Risvolto | Andrea Anastasio


Risvolto | Andrea Anastasio


Sunset | Matilde Cassani

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Ordine Gigante | Gamfratesi
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Proiezioni | Cristina Celestino
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Beata Solitudo | Giuseppe Arezzi
Beata Solitudo | Giuseppe Arezzi
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Risvolto | Andrea Anastasio
Risvolto | Andrea Anastasio
Risvolto | Andrea Anastasio
Sunset | Matilde Cassani
Sunset | Matilde Cassani
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