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Cagliari: lo stadio del futuro fonda le radici sulla sua storia
J+S e One Works firmano una delle tre proposte finaliste per il nuovo stadio
Autore: cecilia di marzo
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06/03/2018 - Sant’Elia Next Generation è una delle tre proposte finaliste del concorso per il nuovo Stadio del Cagliari Calcio. Gli altri due progetti finalisti sono firmati da Tractebel-Engie con Gau Arena e da Sportium.

La soluzione proposta da J+S e One Works interpreta e trasforma le richieste della Società nei 4 elementi cardine dello stadio: un edificio che porta in sé la storia e l’orgoglio della Sardegna, capace al contempo di posizionarsi quale standard di riferimento che guarda al futuro; un complesso funzionale ed efficiente, che sappia distinguersi per sostenibilità economica e, soprattutto, ambientale; una struttura in grado di attrarre e farsi vivere da un’ampia tipologia di pubblico, anche al di fuori dei match-days; e, infine, un impianto in grado di dialogare costantemente con il tessuto circostante, interpretando un ruolo-chiave nell’avvio di un processo di rigenerazione urbana fondato su uno scambio costante e di animazione reciproca con il territorio.

Il progetto fonda la propria identità sulla bandiera dei 4 mori, simbolo di una storia di vittorie e attaccamento al territorio ma, soprattutto, di orgoglio. E’ proprio la benda che cinge la testa dei mori il primo forte elemento riconoscibile del progetto; un elemento che contiene e avvolge completamente il leggero catino dello stadio, conferendogli personalità e una forte identità e rappresentando al contempo una immagine vibrante ed una superficie flessibile, personalizzabile e animata. Per questo si prevede di trattare le facciate in forma adattiva, perché possano cambiare colorazione in relazione agli eventi sportivi o di diverso tipo di intrattenimento, e perché possano interagire con la struttura interna e l’esterno urbano, a seconda delle condizioni climatiche, regolando la ventilazione naturale e interagendo con l’azione del vento.

Nello specifico, l’uso di membrane di nuova generazione potrà essere integrato al fotovoltaico o sviluppato con l’applicazione di tessuti “intelligenti” per utilizzi sempre più innovativi. Sarà proprio la possibilità di animare la facciata esterna, in combinazione con un sistema di illuminazione articolato, che consentirà all’impianto affacciato sul golfo di trasformarsi in landmark, un riferimento spaziale riconoscibile dal  mare e dalla città.
Non un edificio chiuso e autoreferenziale, ma aperto al contesto urbano. Un vero e proprio faro che, pur capace di posizionarsi come lo stato dell’arte per la tipologia di stadi con capienza fino ai 30.000 spettatori, per la sua forte identità locale non potrebbe sorgere in alcun altro luogo in Italia e nel mondo.

Il nuovo stadio proietta Cagliari nel futuro, ma raccoglie simbolicamente l’eredità dell’esistente sant’elia, sorgendo letteralmente su di esso. Infatti, parte dei materiali derivanti dalla demolizione contribuiranno alla costruzione di un vero e proprio basamento, il podium, generando efficienza economica e riducendo l’impatto ambientale.
Il risultato è una nuova archeologia integrata con il contesto, dove ogni funzione genera spazi, anche destinati ad uso civico, di intrattenimento e cultura, e percorsi quasi sotterranei che raggiungono il cuore centrale del campo di gioco e il catino dello stadio.

Oltre al volume dello stadio, il podium accoglie numerose funzioni che contribuiscono a mediare la sua relazione con il waterfront, attraverso elementi volumetrici che hanno una loro autonomia: l’hotel & SPA, il business center sopra il museo locale, il piccolo volume vetrato che identifica il museo del Cagliari calcio con il fan shop, la nuova palestra per la boxe, il disco-club e il poliambulatorio. Una struttura in grado di attrarre e farsi vivere da un’ampia tipologia di pubblico, anche al di fuori dei match-day.

Cuore dell’impianto è il catino. Pensato per essere concepito come un elemento flessibile, il catino emerge simbolicamente come un elemento di riferimento del territorio che, come un moderno nuraghe, stabilisce relazioni e misura lo spazio.
Ultimo e fondamentale elemento caratterizzante e unificante del progetto, è la grande copertura rettangolare, che conferisce dinamicità e leggerezza, copre il catino, e sporge sul podium offrendo riparo anche agli spazi esterni.

Tuttavia la copertura ha una funzione ancora più importante, molto più simbolica e strategica: contenendo infatti la dispersione luminosa verso l’alto la riflette, amplificando l’effetto di faro dell’impianto. La luce viene reindirizzata sia verso il basso, illuminando indirettamente l’intero podio con una cascata luminosa che valorizza la stratigrafia e la sedimentazione dei vari elementi architettonici, sia in senso orizzontale, innescando di fatto il dialogo con il territorio. E’ così che la copertura da segno lineare e contemporaneo si trasforma nel più forte elemento di apertura e scambio con la città pensato per dialogare col territorio.


  Scheda progetto: Sant’Elia Next Generation
J+S and One Works
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