04/03/2013 - Maison D, di Lode Architecture, si trova in Bretagna, sulle rive di un estuario, dove le acque dolci incontrano alte maree. Sotto questa premessa la casa nasce come luogo di contraddizioni. Può essere un rifugio tranquillo o una location ricettiva, uno spazio intimo o un luogo per le feste. Guidata da correnti opposte, il suo carattere varia a seconda dell'umore suoi occupanti e dei cicli naturali.
Scoprendo la casa, la prima cosa che si scorge è un volume che sembra sospeso sul suolo. Grazie ad un muro di contenimento, una intercapedine appare sotto. La vita è organizzata intorno al focolare, alle scale e a una cucina a isola. Essendo lo spazio interamente vetrato, gli ambienti sembrano immersi nel sottobosco che li circonda.
Al piano superiore, una successione di piccoli spazi crea un'atmosfera ovattata, completamente diversa dal quella del pian terreno. Si attraversano una serie di stanze comunicanti, illuminate da 'lamelle' in legno, poste in facciata, che filtrano la vista e la luce.
La dualità degli spazi corrisponde a una dualità in facciata. In modi molto diversi, entrambe adottano la stessa strategia di 'camouflage': i riflessi delle foglie sulle superfici vetrate o il rivestimento in tavole lignee non trattate che simulano la natura circostante e la cui struttura si fonde con l'ambiente del bosco.
Raffinatezza e rusticità, astrazione e materialità, l'architettura della casa gioca con set dialettici, proprio come un paesaggio trae la sua forza dal confronto degli elementi.
|