14/07/2021 - Partono i cantieri per VIETATO L’INGRESSO, il progetto curato da Giulia Pellegrino dedicato al restyling dei 17 camerini del Teatro Arcimboldi Milano. Prestigiosi studi dell’Interior Design milanese hanno aderito con entusiasmo e generosità a questa iniziativa, decidendo di adottare e riprogettare uno dei camerini del teatro.
L’iniziativa si concluderà nel mese di settembre, quando il pubblico, attraverso una votazione online che durerà un mese, potrà decidere quale sia stato lo studio ad aver realizzato il camerino più bello. Quest'ultimo avrà l'onore di ristrutturare il “camerino Muti”, dedicato al celebre Maestro d'orchestra che per primo l’ha inaugurato all'apertura del teatro.
VIETATO L’INGRESSO ha l’obiettivo di sviluppare collaborazioni con alcune delle più rilevanti voci creative di design, architettura e interior. Un progetto che vede suggellare l’incontro fra il mondo del design con le sue sfaccettature e il colorato e vivace mondo dello spettacolo, un esempio virtuoso di come, in un momento di gravissima difficoltà per il settore teatrale, l’Arte arriva in sostegno dell’Arte.
Gli studi che hanno aderito a Vietato L’Ingresso e che hanno già consegnato il progetto alla direzione del teatro sono: Atelierzero, BDGS e Daniela Volpi, Calvi Ceschia Viganò Architetti Associati, DAP Studio, Enrico Scaramellini Architetto, Francesco Rota Architettura, Galante Menichini Architetti, Gio Latis Studio, Lupettatelier, Monica Baio Nicola Quadri, NM Nick Maltese Studio, Paolo Volpato e Caterina Steiner, Park Associati, RGA studio, Studio.Cagnato, SenseLab, studio wok. A collegare e accompagnare questo viaggio in diciassette mondi dell’immaginazione, il progetto dello studio KÄRLANDRÆ che curerà la ristrutturazione del corridoio del piano camerini, la cerniera di collegamento dei diciassette spazi in restyling.
Spiega Giulia Pellegrino, ideatrice e curatrice di Vietato L’ingresso: “non abbiamo voluto porre limiti ai progetti proprio per lasciare gli architetti liberi di interpretare liberamente un tema singolare come quello del camerino di un teatro. Abbiamo solo imposto pochi elementi obbligatori, ma evidentemente necessari: uno specchio con le luci per il trucco, uno specchio a figura intera dove l’artista può controllare il proprio abito di scena, un vaso per accogliere i fiori a fine spettacolo, un’appenderia, uno spazio dove riporre i propri oggetti personali e un piccolo e importante luogo di relax che potrebbe essere un divano, un pouf, un tappeto. Per il resto abbiamo dato totale libertà creativa agli architetti e devo dire che i progetti arrivati sono straordinariamente interessanti e originali. Sono certa che sarà un immenso piacere per gli artisti vivere questi piccoli gioielli di design alla ripresa dell’attività teatrale.”
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