23/11/2020 - Stati d’animo, impressioni personali e nuovi adattamenti professionali. L'emergenza Covid ci spinge ogni giorno a rivoluzionare le nostre abitudini sia dal punto di vista lavorativo che personale. Cosa rimane e cosa cambia? Da questo interrogativo parte il nuovo ciclo di interviste a cura di B-Line dedicato ai designer che nel tempo hanno collaborato con il brand.
Si debutta con Favaretto & Partners. Dalla collaborazione tra lo studio padovano e B—Line è nata la mensola Fishbone. In acciaio e con schiena in legno multistrato, la sua forma evoca una spina di pesce e può essere installata alle pareti con diverse angolazioni creando combinazioni multiple e altamente funzionali. Poi è arrivata Helix, una sedia ispirata agli aerei del primo ‘900. Sia nella versione total wood o con sedile in tessuto, ostenta una silhouette sinuosa e dinamica che si presta a svariati ambienti.
Francesco Favaretto, co-autore dei progetti B-Line, espone in questa breve intervista la sua idea rispetto al tema Design-Covid.
Qual è il tuo stato emotivo e come stai vivendo questo periodo dal punto di vista personale e professionale? Attualmente, a livello personale ed emotivo, devo ammettere che, se da un lato sono triste e amareggiato - e naturalmente impotente - rispetto a quello che sta succedendo nel mondo, dall’altra sono sereno perché riesco a trascorrere molto tempo con la mia famiglia e mio figlio. Non mi capitava da molto! Ormai da 5 anni a questa parte mi trovavo raramente a casa per più di 20 giorni di fila essendo sempre in giro per il mondo o a bordo di un aereo.
Per quanto riguarda il lavoro invece com’è cambiato l’approccio ai nuovi progetti? A livello lavorativo, il nostro approccio non è cambiato e lo studio non si è mai fermato un giorno, nemmeno durante il lockdown di Marzo.
Fortunatamente e “grazie” al mio continuo girovagare per il mondo, il mio team ha una flessibilità ben rodata ormai da diversi anni nei confronti dello smart working. L’ho sempre vista, soprattutto per dei creativi come noi, una grossa opportunità poter lavorare everywhere!
Abbiamo quindi portato avanti i lavori in essere e anche quelli nuovi acquisiti proprio nel periodo di stop, dalle nostre case.È cambiato in generale il modo di progettare e il rapporto con le aziende? Onestamente non credo siano cambiati i modi ma sicuramente i rapporti con le aziende e con quello che è il “sistema Design”.
Quando parlo di “sistema Design” intendo tutto ciò che vi sta dietro, di fianco, sopra e sotto ad un prodotto.
Tutto ciò che va dal giorno in cui, fino a ieri, presentavi la tua idea in azienda, la prototipizzazione, sino alla presentazione in fiera e al Fuori Salone con un grande party. Questo devo dire che è cambiato e credo cambierà drasticamente anche per il domani.
Una cosa mi auguro di cuore, ovverosia che questa pandemia abbia portato o perlomeno lasciato “giudizio” in tutti noi così come nelle attività. Mi auguro che questo giro non sia di breve memoria ma che ci rimanga dentro. Che noi designer potremo progettare meno ma meglio e non seguire per forza le mode e la “richiesta” del mercato e che si possa rientrare in logiche “globali”.
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