30/08/2019 - Il nuovo Bo.Bo Bistrot è situato all’interno del complesso ottocentesco di Villa Osio a Roma. Il comprensorio, voluto del banchiere Arturo Osio sul finire degli anni trenta, è stato realizzato su progetto dell’architetto Cesare Pascoletti e risulta composto da tre edifici un tempo adibiti ad uso residenziale. Nel 2004 l’intera Villa è stata trasformata in quella che oggi conosciamo come “Casa del Jazz”. L'edificio B, nel quale è collocato il ristorante, era la casa del custode dell'intero complesso. L'impianto a "domus" romana prevedeva un grande patio centrale attorno al quale ruotavano gli ambienti della vita domestica.
Bo.Bo nasce dall’idea di creare un locale anticonvenzionale in cui dar voce a più forme d’arte, quella culinaria e quella musicale. Un locale, due anime, una Bohémien fuori dagli schemi dove arte, design e musica si incontrano e una Borghese sinonimo di ricerca ed attenzione ai dettagli nel cibo e nel palinsesto artistico.
La necessità di realizzare un ambiente adeguato al concetto di ristorazione contemporanea ha portato come prima azione progettuale all’apertura di nuovi “coni visivi”. Lo sguardo riesce ad attraversare lo spazio e viene guidato fino a cogliere gli elementi che caratterizzano il progetto.
Lo spazio centrale “atrium”, che corrisponde al fulcro dell’intera composizione, organizza e distribuisce le sale, accoglie la luce dall'alto e la distribuisce negli ambienti secondari. Oltre ad essere il centro percettivo del progetto viene interpretato anche come luogo di incontro e di relazioni. Qui trova posto una delle due anime del progetto: il forno ed il bancone per la preparazione delle pizze, pensato come uno spazio di ampio respiro sovrastato da un grande lucernaio che genera giochi di luce inaspettati.
L'altra anima, il banco dei cocktail, si attesta a ridosso dell'ingresso e del portico esterno, segno caratterizzante dell’edificio. I due oggetti immersi nello spazio si differenziano per geometria e finitura. Ai lati del grande spazio centrale si aprono una serie di piccole sale, ognuna caratterizzata da arredi colorati e murales che rimandano alla dicotomia del concept che sta alla base della operazione.
Tre murales realizzati dall'artista Kick, all'anagrafe Giuseppe D'Emilio, hanno il compito di enfatizzare l'architettura e dialogare con i commensali. Tema di fondo il rapporto duale tra lo spirito borghese e bohémien alla base del concept. Nelle grafiche viene raccontato il potere della musica, in grado di liberare la mente e condurla in un mondo incantato e metafisico che ci accompagna dal giorno alla notte.
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