4/01/2019 - Obon è la nuova collezione di tavolini di Moooi firmata Simone Bonanni. Ispirato a un materiale antico, terroso e irregolare come la terracotta, il set è il risultato di un paziente processo di combinazione di forme e volumi, di artigianalità e rigore compositivo.
Il racconto libero e personale del designer circa la nascita del nuovo progetto si configura come un'interessante retrospettiva che aiuta a cogliere l'essenzialità del prodotto:
"L’idea iniziale non è stata quella di progettare un set di tre tavolini per il soggiorno, è stata più una conseguenza", spiega Simone. "Originariamente l’obiettivo che mi ero prefissato era quello di condire il mondo di Moooi con un nuovo tocco di artigianalità, un prodotto che apparisse come fatto a mano e che risultasse bello senza trucco. Un approccio che per alcuni versi aveva il sapore della sfida. La scelta di progettare un nuovo set di tavolini è nata in modo spontaneo. Quella rappresentava semplicemente la categoria di prodotto che mi avrebbe dato più raggio d’azione in fase di progettazione, una buona tela bianca dove poter sperimentare."
Un segno grafico puro ma irregolare, figlio di un processo di semplificazione delle forme. "Ho subito pensato che questi prodotti dovessero essere molto semplici nella forma ma ricchi nel materiale, privi di dettagli tecnici visibili, morbidi e definiti da contorni rassicuranti. È così che mi sono immaginato sin dall’inizio il set di tavolini Obon, a metà tra ironia e rigore."
La scelta della terracotta è nata in modo naturale insieme ai disegni delle sagome. L’idea è stata quella di introdurre nel living Moooi una serie di oggetti che apparissero come fatti a mano e che sapessero dare all’ambiente un tono naturale e gentilmente imperfetto.
"Volevo far si che l’oggetto apparisse bello per la sua spontaneità e genuinità, non per la sua complessità. Ci sono serviti molti campioni di materiale e abbiamo testato più di venti finiture, sia vetrificate, per il top, sia naturali per il bordo e la base. Abbiamo sperimentato un nuovo processo di anticatura della superficie e abbiamo lavorato sull’aspetto tattile del prodotto con l’inserimento nell’impasto di chamotte più o meno spesse con l’obiettivo di generare un perfetto mix tra presente e passato. Un prodotto graficamente così educato doveva assolutamente essere confezionato da una superficie speciale."
"La ricerca della finitura e lo sviluppo tecnico di volumi così grandi in un materiale così mutevole e difficile da governare, rappresentava una vera e propria sfida in termini di produzione seriale e probabilmente racchiudevano in se una buona dose di novità, anche per i ceramisti veneti con cui abbiamo collaborato per questo progetto. Il problema non era produrre in modo impeccabile un tavolino Obon, ma era riuscire a replicarli con la stessa qualità migliorando la tecnica giorno dopo giorno."
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