02/03/2018 - Il Paese delle Meraviglie esiste ed è a Venezia, in Piazza San Marco. Il restauro dello storico gran caffè e ristorante Quadri è completo (e più romantico). Il locale ha riaperto i battenti da appena due giorni. Per il restauro, avviato all'inizio del 2018, i fratelli Alajmo, che rilevano il locale nel 2011, chiamano il creativo francese Philippe Starck.
Il Quadri apre nel 1638 con il nome "Il Rimedio", dovuto al vino malvasia venduto all’interno che si riteneva “rinvigorisse le membra e risvegliasse lo spirito”. Il 28 maggio 1775, Giorgio Quadri sbarca a Venezia insieme alla moglie Naxina, che ebbe l’idea di investire gli averi di famiglia in un locale che vendesse “l’acqua negra bollente”: il caffè.
I due innamorati acquistarono l’allora Rimedio, per poi cedere l'attività nel 1830 ai fratelli Vaerini, che ristrutturano gli interni aggiungendo il Ristorante Quadri al piano superiore.
Con Starck i fratelli Alajmo avevano già collaborato nella creazione di altri due ristoranti, Caffè Stern nel cuore di Parigi e AMO un caffè all’interno del Fondaco dei Tedeschi a Venezia.
"Il restauro nasce sia dalla necessità di un recupero degli stucchi, molto compromessi negli anni, sia dal desiderio di ritrovare quello splendore che attraverso una rilettura in chiave contemporanea lo porti a rappresentare la cucina italiana nel mondo. - afferma Raffaele Alajmo - Per questo ci siamo rivolti a Philippe Starck, amico e autore di altri due nostri locali".
Philippe Starck e i fratelli Alajmo nominano l’architetto ed ex rettore dello IUAV Marino Folin, che ha coordinato le migliori maestranze veneziane.
Il risultato è un progetto nel quale il fenomeno dell’acqua alta ha un ruolo da protagonista nella vita del locale. Da qui la scelta dell’ottone naturale non verniciato per le gambe dei tavoli, per il bancone della reception all’ingresso e per tutte le parti a contatto con il pavimento del piano terra.
Al primo piano, dove si trova il Ristorante Quadri, il tocco di Starck si riconosce nei decori e nel recupero dei dettagli architettonici originari. Tra questi il tessuto che riveste le pareti, opera della Tessitura Bevilacqua e ridisegnato dal designer francese che rilegge l'antico disegno aggiungendovi il suo humor.
I tappeti dipinti che ricoprono i pavimenti sono stati disegnati dalla figlia di Starck, Ara che nel dipingerli ha creato un complesso gioco nel quale le figure centrali si muovono in un mondo fantasmagorico come riflesso del nostro subconscio e un invito a sognare.
"Questi tappeti non sono dei quadri, non possiamo descirverli o dar loro un nome - dice Philippe Starck - Esprimono tutto quello che abbiamo dentro e che non conosciamo".
L'intervento è profondamente rispettoso dello spirito dei luoghi, ma Starck padre lo condisce con il proprio spiritello dispettoso e ribelle. Basti pensare alla schiera di animali impagliati che si oppongono ai fastosi lampadari in vetro di Murano disseminati per il locale.
Dopo aver attirato personalità di spicco, da Stendhal a Woody Allen, il Quadri, pur rimanendo fedele a se stesso, riacquista e rinnova la sua magia tra sacro e profano.
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