27/11/2017 - In un palazzo storico nel cuore di Palermo, Studio DiDeA ha convertito un vecchio laboratorio artigianale in loft. Existenz Minimum si presenta come una “casa origami” dove ogni cosa trova il suo posto grazie a soluzioni disegnate su misura che permettono di organizzare al meglio spazio e funzioni.
“Questo luogo era un piccolo laboratorio artigianale dove producevano mattoni in cotto. Progettare una casa minima in un contesto storico è stato per noi un esercizio molto complesso che ha richiesto studio e la meticolosa ricerca di tutti quegli espedienti architettonici utili a recuperare spazio rispettando la forma architettonica originaria” spiegano gli arhcitetti di Studio DiDeA.
L’appartamento si sviluppa su due livelli ad asse longitudinale (3 metri x 11) e copertura a volte a crociera. Dalla corte interna, tramite una porta industriale in ferro finestra, si accede al piano terra dove troviamo cucina, zona giorno e un piccolo bagno.
Il corpo scala è il protagonista del loft: un volume funzionale che integra al suo interno la cucina inserita nel sottoscala, di colore grigio antracite.
Il mobile della cucina è progettato su misura per ottimizzare lo spazio: chiuso è una madia a servizio della zona giorno, aperto si trasforma in un piano cottura con quattro fuochi e lavello interamente in acciaio, e tavolo da pranzo apribile a ribalta.
Si passa poi nella zona pranzo dove il tavolo realizzato in rovere è sottolineato da un corpo illuminante a sospensione, e alla zona soggiorno con il divano disposto frontalmente ad una parete tripartita parzialmente incassata, realizzata in rovere naturale.
La scala, con i primi quattro gradini realizzati in rovere naturale che fungono da mobile contenitore, conduce alla zona notte al primo livello, che comprende camera da letto con affaccio sulla doppia altezza, cabina armadio e bagno. Qui il soffitto con volte a crociera, è valorizzato da spot luminosi posizionati all’imposta delle volte. L’elemento di testata del letto, funge da parete divisoria con la cabina armadio.
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