27/07/2012 – “Architettura per lo sport. Un polo sportivo a Gallipoli per il Salento”. È il tema del Workshop Internazionale di Architettura e Progetto in programma a Gallipoli dal 17 al 22 settembre 2012. Il workshop - ideato dall’Ordine degli Architetti di Lecce in collaborazione con A.M.M. - Architettura Arte Moderna e con l’Associazione “Il Mio Gallipoli” – è stato ufficialmente inaugurato il 29 giugno scorso dalla Lectio Magistralis dal titolo “Opere e Progetti. Ieri, oggi e domani” tenuta dagli architetti Michele Beccu e Filippo Raimondo dello studio ABDR.
Dedicata all’esperienza professionale dello studio romano, la lectio è stata occasione per ripercorrerne le tappe più importanti: dettagli tecnici ma anche interessanti aneddoti sulla Stazione Alta Velocità Roma Tiburtina, il museo archeologico di Kabul in Afghanistan, il nuovo Teatro dell’Opera di Firenze, il Teatro Classico di Astana, Kazakistan, il restauro del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, e ancora il progetto delle stazioni Annibaliano, Libia e Conca d’Oro della Metropolitana B1 di Roma.
Benché riassunto in meno di due ore di lezione, il percorso della carriera architettonica di ABDR Architetti Associati ha fornito preziosi spunti di riflessione sull’importanza, nel processo di trasformazione della città, di dosare l’eredità della tradizione ed una possibile nuova dimensione urbana proiettata al futuro. Costruire, cioè, infrastrutture architettoniche perentorie e al tempo stesso in grado di garantire una continuità del costruito.
È stata per questo strategica la scelta di affidare agli architetti ABDR la lectio di inaugurazione di un workshop che mira alla realizzazione di un lavoro progettuale attento alla dimensione teorica e al tempo stesso alla fattibilità dell’opera.
“Il Workshop/Laboratorio – spiega Francesco Moschini, Ordinario di Storia dell’Architettura al Politecnico di Bari e Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca – è uno strumento di garanzia per la creazione di una sinergia tra la committenza e le diverse poetiche degli architetti. I progettisti sono chiamati a prefigurare la costruzione di un Polo Sportivo a Gallipoli, polifunzionale, che preveda spazi commerciali, culturali e per il tempo libero”.
L’architetto Raimondo ha dato qualche anticipazione sul progetto del museo archeologico di Kabul, in Afghanistan, in gara con un’altra proposta in un concorso ancora in attesa di aggiudicazione. Ha raccontato la complessità della progettazione di un edificio di cultura in un territorio di guerra, dove l’aspetto legato alla sicurezza ha dettato ogni scelta. Ha spiegato come la necessità di costruire sulla copertura un secondo tetto, a 3 metri dal primo, per poter reggere l’impatto del colpo dei mortai o dei missili abbia portato a riflettere sul contesto, al fine di trasformare un requisito normativo in una soluzione architettonica. Scavando nella memoria storica di un paese un tempo tra i più grandi produttori di uva passa, i progettisti hanno immaginato una grande pergola di 3 metri per la vite, trasformando il tetto in un giardino.
“Partendo dal tema spietato di difesa militare – spiega l’architetto Raimondo – il progetto ha portato ad un tema civile”.
L’architetto Beccu ha illustrato nel dettaglio l’intervento della Stazione Tiburtina a Roma, un ambizioso e fortunato progetto che ha goduto di una forte attenzione mediatica: una stazione sospesa sui binari, come risultato di uno studio tecnico molto impegnativo, date le proibitive condizioni vibrazionali.
“Appendere i volumi alla copertura – commenta il prof. Beccu – è stata una scelta strutturale poi divenuta anche una scelta estetica”.
Sviluppata su una piastra-ponte esistente, la stazione è stata concepita come un grande contenitore all'interno del quale galleggiano volumetrie sospese con sbalzi impressionanti.
Il ponte superiore è diventato un “grande boulevar urbano sospeso sui binari”, che ha creato un paesaggio urbano inedito dentro la città. “Una riedizione del concetto di galleria del ferro dell’800 – spiega il progettista – tipologia urbana fondamentale allo sviluppo delle città europee”.
Proseguendo sul tema infrastrutturale, la lezione ha passato in rassegna le tre stazioni della linea metropolitana B1 – Annibaliano, Libia e Conca d’Oro – concepite come piazze urbane ribassate.
La stazione Annibaliano si presenta come una grande texture muraria cementizia: una piazza ipogea, caratterizzata da una facciata interna scandita un gioco di volumi e incassi luminosi, realizzata in cemento facciavista direttamente in opera.
La stazione Libia è stata realizzata come una grande cavità urbana che si allarga gradatamente, rischiarata da un sistema di day lighting di volumi vetrati. La cavità è rivestita da grandi maglie metalliche che, come nastri, ricoprono lo sprofondamento dello spazio.
La stazione Conca d’Oro è un grande spazio ipogeo illuminato dall’alto, sul quale si affacciano attività commerciali che sfruttano i grandi spazi disponibili.
La lezione ha offerto anche un “dietro le quinte” sul teatro dell’Opera di Firenze. Il progetto, apparentemente fedele alla tradizionale forma del ferro di cavallo, nasconde in realtà la geometria di una scatola di scarpe, che un attento studio avrebbe rilevato come forma ideale per una migliore prestazione acustica. Esteticamente la tradizionale geometria del teatro è stata riprodotta attraverso una “garza”, una superficie trasparente disegnata da una maglia che sembra quasi un velluto. Tutt’altro che prezioso, il materiale di questa maglia è in realtà un prodotto dell’industria utilizzato per costruire i nastri delle catene di montaggio.
La lezione si è conclusa con l’importante progetto di restauro ed ampliamento del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. I progettisti hanno illustrato il nuovo atrio monumentale, ricavato per mezzo della copertura vetrata dell'attuale cortile, e l’ampio roof – garden sul terrazzo di copertura del museo, caratterizzato nella parte centrale da un pavimento vetrato realizzato a chiusura orizzontale del cortile, immaginato come spazio per la ricreazione e la sosta. Una ricca carrellata di immagini ha dato un’idea concreta della complessità dell’intervento.
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