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Iris Tondo

Design, arte e moda nello spazio Nonostantemarras
Per la Milano Design Week 2018 lo stilista di Alghero firma inedite collezioni di arredo
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Antonio Marras e Vincenzo D'Alba Antonio Marras e Vincenzo D'Alba
19/04/2018 - Design, arte e moda si incontrano nello spazio Nonostantemarras. Per la Milano Design Week lo stilista di Alghero, dopo aver trasformato per mesi il suo atelier milanese in un laboratorio creativo di incontri e idee, dà il via alla collaborazione con cinque brand italiani di arredo da cui nascono inedite collezioni firmate Antonio Marras.

La collaborazione è essenzialmente un’arte, un’abilità sociale e richiede un cuore grande. È la capacità di ascoltare, confrontarsi, dialogare con il prossimo per realizzare opere e risultati che da soli sarebbero altro. È la curiosità che spinge a esplorare, a non sottrarsi alla possibilità di cercare varchi, da qualsiasi parte essi provengano. È la creazione di punti di incontro, dialogo, scambio di pensieri e di esperienze.

Antonio Marras è da sempre grande sostenitore delle collaborazioni tra le persone e tra il design, l’arte, l’architettura, la moda, l’arredamento, il cibo. Saperi che si influenzano l’uno con l’altro.
 
Marras ama sconfinare in vari ambiti disciplinari e per la Design Week 2018 lo fa con la complicità di Francesco Maggiore – ingegnere, presidente della Fondazione Gianfranco Dioguardi e direttore creativo di Kiasmo – con cui cura l’operazione “PREMIATA DITTAMARRAS&CO”, vero e proprio co-working che per diversi mesi ha trasformato lo spazio Nonostantemarras in un laboratorio creativo di incontri, idee e collaborazioni, portando a una serie di partnership con aziende italiane scelte con Archiproducts tra le più vivaci e innovative nel settore arredo e complementi per la casa: La Fabbrica del Lino, Fantin, Kiasmo, Saba, Wall&Decò.

Aziende riconoscibili sia nell’alto valore artigianale e qualitativo, sia nel risultato formale, espressivo e funzionale dei manufatti; la capacità d’innovazione di queste società si riscontra soprattutto nella volontà di riconoscere il grande patrimonio storico, artigianale e artistico italiano, come valore imprescindibile per la progettazione e realizzazione di nuovi prodotti. Un irrinunciabile dialogo con la tradizione e una altrettanto preziosa ricerca della contemporaneità si fondono in una raffinata cultura del sapere e del saper fare, dove arte e mestieri, diventano elementi inscindibili del made in Italy. 
 
Da ciascuna di queste collaborazioni sono nate inedite collezioni firmate Antonio Marras: con Saba tre nuove linee di rivestimenti per i divani e le poltroncine “New York”; con Kiasmo, a quattro mani con Vincenzo D’Alba, nuove collezioni di vasi, piatti, piastrelle e cuscini; una linea di cuscini è firmata anche per La Fabbrica del Lino insieme a una collezione di runner, tovaglie e grembiuli; con l’azienda Fantin, sempre in collaborazione con Kiasmo, un tavolo dal ripiano progettato per accogliere le nuove serie di piastrelle; una nuova carta da parati con Wall&Decò
 
Alcuni di questi prodotti sono declinati come pezzi unici, contraddistinti da interventi pittorici realizzati direttamente sui prodotti da Marras, in alcuni casi coadiuvato da D’Alba: il design industriale incontra così la performance artistica e racconta lo straordinario fascino del dialogo sull’arte.

Design, arte e moda collaborano a un unico progetto, compiendosi nel binomio impresa e cultura. Un binomio, quindi, in grado di legare in maniera indissolubile arte e industria, creando collezioni cariche di un potenziale visionario, tese nel solco di una tradizione storica e, al tempo stesso, rispettose della contemporaneità.

Aver estratto dalla poesia “Fabbricare fabbricare fabbricare” di Dino Campana il titolo di questa iniziativa ha un significato profondo e, forse oggi, trascurato. La straordinaria contraddizione espressa dalla poesia sembra il mea culpa che ogni artista al pari di ogni imprenditore vorrebbe fare: da un lato l’incapacità a resistere alla misteriosa volontà di creazione; dall’altro l’assoluta convinzione che tutto quanto sia vano. In questa profonda ambiguità si è svolto il lavoro di queste singolari collaborazioni, ovvero nell’incoscienza del fare e nella coscienza di dover essere, in fondo, razionali.

Fabbricare, fabbricare, fabbricare 
Preferisco il rumore del mare 
Che dice fabbricare fare disfare 
Fare e disfare è tutto un lavorare 
Ecco quello che so fare 

- Dino Campana -








Antonio Marras e Vincenzo D'Alba


New York, Saba Italia













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