(c) Alessandro Guida
17/11/2017 - Cagnano Varano (FG), in Puglia, è uno dei tanti paesi in Italia che negli ultimi decenni ha subito un forte spopolamento (una crescita costante fino al 1991 quando raggiunse i 9158 abitanti e poi un declino senza ritorno con i 7000 di oggi).
Negli anni 50 quando molti abitanti sono partiti per la Germania, il Belgio e la Svizzera in cerca di fortuna.
L’attaccamento alle proprie radici ha fatto si che questi emigrati ritornassero poi in patria e, con i soldi risparmiati durante i lunghi anni di lavoro all’estero, cercassero una forma di investimento economico sicuro nella propria terra d’origine.
Inizia quindi intorno agli anni 70 la costruzione dei nuovi quartieri di Cagnano Varano, palazzine di 3-4 piani costruite non per la necessità di rispondere ad una effettiva domanda abitativa ma piuttosto porre le basi per un futuro solido, fatto di mattoni, per la propria famiglia.
Ma il desiderio dei padri non sempre rispecchia la volontà dei figli e molti di loro, nati all’estero, vi sono rimasti e questi edifici risultano oggi perlopiù vuoti.
Molti edifici sono ancora oggi poco più che degli scheletri di cemento armato senza tamponamenti, alcuni sono abitati solo su alcuni piani, molti di quelli completati non hanno le finiture esterne, le strade mancano e gli edifici spuntano fuori direttamente dal terreno.
Le case sembrano vivere in un stato di perenne 'attesa' di che qualcuno arrivi e dia un senso a quei mattoni e a quei solai in ombra da cui oggi vede il mare.
Alessandro Guida e il collettivo di architetti-fotografi da lui fondato, Urban Reports, ha documentato questo scenario insolito e il risultato di questo cantiere a cielo aperto, dal titolo 'La città in attesa".
Costituito quest'anno, il collettivo sviluppa progetti e reportage in ambito urbano e territoriale con un approccio multidisciplinare.
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