04/09/2017 - Fino ad ottobre il Giardino della Triennale di Milano ospita Honey Factory, il progetto sperimentale di Francesco Faccin dedicato all'arnia.
Honey Factory è un luogo per la produzione del miele, che contiene un’arnia tradizionale per la conservazione dell’attrezzatura necessaria alla sua lavorazione ma, soprattutto, è un punto di informazione urbana riguardo l’attualissima e antichissima tematica dell’allevamento di api.
Grazie alla collaborazione di Mauro Veca, apicoltore professionista e imprenditore agricolo urbano, Francesco Faccin ha potuto lavorare partendo da informazioni precise e attendibili, realizzando un progetto sperimentale ma scientificamente corretto.
Francesco Faccin nasce nel 1977 a Milano. Nel 2003, dopo aver frequentato l’Istituto Europeo di Design, lavora nello studio di Enzo Mari. Nel frattempo inizia l’attività come designer indipendente collaborando con aziende italiane e straniere. Dal 2004 sviluppa progetti auto-producibili in piccola serie.
Lavora in stretta collaborazione con gli artigiani, attento a controllare personalmente tutte le fasi dello sviluppo del prodotto e appassionandosi alle problematiche del progetto, in particolare a quelle che si riferiscono al legno e al lavoro artigianale. Negli stessi anni lavora e collabora con il modellista e liutaio Francesco Rivolta. Nel 2007 partecipa per la prima volta al SaloneSatellite con il tavolo “Quadrato” che entra in produzione e viene selezionato per la collezione permanente del Cosmit. Nel 2009 incontra Michele De Lucchi con cui inizia una collaborazione tuttora in corso. Nel 2010 partecipa al SaloneSatellite per la seconda volta e insieme ad Alvaro Catalan de Ocòn vince il Design Report Award 2010. Dal 2010 è docente di Industrial design presso la NABA di Milano con un corso di Product Design intitolato “Progetti non Oggetti”.
Nel 2013 presenta in Triennale una raccolta di oggetti selezionati negli Slum di Nairobi, realizzati con rifiuti urbani ma con le logiche tipiche della produzione seriale; la mostra è intitolata “Made in slums”, curata da Fulvio Irace.Collabora con aziende e Ong Italiane e straniere come Tod’s, Saeco, Danese, Miniforms, Bolia, Valsecchi1918, Officinanove, Liveinslums, Comieco, Slow Food, NilufarGallery oltre a svolgere costantemente ricerca attraverso lavori in piccola serie.
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