21/09/2016 - Approda nello spazio Thetis dell’Arsenale Nord di Venezia, dal 27 settembre al 23 novembre 2016, un ciclo di 15 workshop rivolti a studenti e professionisti di vari settori per analizzare le periferie del mondo sotto ogni singolo aspetto.
Si tratta del programma autunnale di Gangcity, promosso dal DIST (Dipartimento Interateneo di Politecnico e Università di Torino) e curato da Fabio Armao, docente di Politica e processi di Globalizzazione, con lo scopo di studiare le modalità di diffusione di gang e simili forme di criminalità all’interno delle aree urbane più degradate, elaborando soluzioni ai problemi attraverso il coinvolgimento diretto del mondo accademico, della comunità scientifica, dell’arte e dei cittadini.
Un percorso formativo di incontri che spaziano tra fenomeni sociali, criticità, linguaggi e trend, accompagnati da proiezioni, installazioni, performance artistiche, musicali, teatrali, lecture, mostre e presentazioni di libri.
"Gli incontri in calendario – spiega Fabio Armao - intendono dar voce a una pluralità di pratiche e di comunità urbane intente a sperimentare forme di innovazione sociale, di solidarietà e di condivisione, capaci di sostanziali modifiche delle geografie del crimine, di riorganizzazione economica dei tessuti imprenditoriali sviliti, di rivitalizzazione di patrimoni immobiliari, sociali e culturali in abbandono, sottratti all’uso delle popolazioni che vivono, abitano, attraversano quegli spazi di frangia delle città contemporanee.”
“Intervenire in tessuti complessi come quelli occupati dalle gang – conclude Armao - richiede la collaborazione di tecnici responsabili, di saperi esperti, di Istituzioni attente e di comunità locali coraggiose, motivate ad affrontare la sfida della riappropriazione dei luoghi , riprogettando e riattivando processi sociali complessi in grado di mobilitare risorse e di far circolare saperi ed esperienze per dar spazio all’innovazione sociale.
Architetti e ingegneri, psicologi e giornalisti, urbanisti e giuristi, artisti e performer, condividendo forme di responsabilità sociale, contribuiranno a restituire pratiche ed esperienze progettuali, ricerche e indagini sul campo, che convergeranno nella costruzione di un atlante delle buone pratiche, utile a intercettare dinamiche criminali, e trasformarle da derive a risorse collettive, giocando un ruolo strategico nei processi di rigenerazione urbana.”
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