15/07/2016 - Nel cuore di San Salvario, uno dei quartieri più frenetici e multiculturali di Torino, su progetto dell’architetto Fabio Fantolino, è nato il nuovo ristorante Dash Kitchen. Una vecchia tipografia dismessa diventa uno spazio vivo, generato dall’incontro tra stile industriale e reinterpretazione di un sofisticato gusto anni ‘70, il cui sapore viaggia sulla contrapposizione tra brutalità e raffinatezza.
La quinta di tubolari cromati, che delimita gli spazi della prima sala, modula l’ambiente, consentendo di vivere il locale sia nella sua veste mondana e dinamica, sia in quella più intima e riservata. La lucentezza metallica degli elementi verticali è accompagnata alle morbide panche in pelle nera e alle poltrone dai tessuti ricchi come velluti, pelli e alcantara. Simbolo della rivisitazione storica legata al gusto anni ’70 sono i corpi illuminanti di Phanto.
Il lungo bancone in acciaio super mirror ospita una suggestiva sequenza di spillatori cromati e costituisce il fulcro su cui ruota l’intero locale: un elemento unico, pulito e semplice.
Scenografia di fondo della prima sala sono le grandi aperture, che delimitano il passaggio di scena verso la zona più intima del locale; la separazione è marcata dal pavimento e dalla contrapposizione materica tra l’uso del marmo rosso levanto e quello del cemento elicotterato di stampo industriale. Oltre questi grandi varchi, pareti in mattoni a vista, contrastati in ogni angolo dai colori accesi delle poltrone in velluto rosso e dai pendenti in vetro colorato Fabbian della serie Beluga. L’atmosfera è esaltata dalle applique Phanto della serie Tango, sospese nel vuoto, che concentrano la luce grazie a sfere nere lucide.
L’esperienza si conclude nell’ultima saletta dove, come un lampo argentato, compare la scritta DASH, realizzata in acciaio lucido; ancora un gioco di luci per creare intimità, questa volta con la scelta delle lampade a sospensione Phanto della linea Bidone.
L’equilibrio architettonico e sensoriale è bilanciato in ogni ambiente dall’inserimento di caldi elementi in legno, realizzati su disegno dell’arch. Fabio Fantolino e prodotti dalla Falegnameria Fiore, che contribuiscono a scaldare e contenere la durezza dell’architettura.
Il risultato è una armonia di contrasti che trovano il loro punto di forza proprio nel modo in cui vengono declinati: l’umile involucro dal richiamo industriale legato alla preesistenza, convive con un contenuto raffinato di icone anni ’70, rivisitate e rese contemporanee.
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