11/05/2016 - A Roma l'architetto Teresa Paratore ha realizzato la sua casa-studio , cercando di conciliare esigenze lavorative con quelle di vita familiare.
La sfida è stata quella di disimpegnare le due funzioni di abitazione e studio, in un appartamento nel quale la porta d’ingresso era posizionata ad una estremità della casa. L'idea di Teresa è stata quella di realizzare due pareti mobili nascoste in una quinta che divide lo studio dal living, e due porte a vetro scorrevoli che chiudono la zona ingresso.
In questo modo le due funzioni distinte convivono senza rinunciare alla privacy. Riaprendo le pareti mobili e le porte scorrevoli, infatti, lo spazio diventa un open ed è interamente fruibile, sia visivamente che funzionalmente.
"L’ordine in casa ci dà una sensazione di benessere perché ci fa percepire una sorta di ordine interiore - spiega l'architetto - Quindi il mio modo di progettare il contenimento prevede una collocazione per tutto ciò che serve in casa secondo il concetto di odine montessoriano 'un posto per ogni cosa, ogni cosa al suo posto'".
"Ho disegnato per la zona notte ed i bagni un sistema di moduli “pensili” di 3 tipologie (antine, vuoti e a cassetti) e con 3 profondità diverse, che si compongono secondo uno schema a griglia “variabile”, e che permettono di sostituire e costituire tipologie di mobili diverse (comodini, comò, pareti attrezzate, cassettiere, mobiletti bagno, sgabelli contenitivi…), nonché di essere riconfigurati, anche altrove, e integrati nel tempo".
A completare il concept alcuni pezzi icona di design, da Artemide a Zanotta, maniglie disegnate da Giò Ponti nel 1958, parquet in rovere
oliato e pavimenti in resina per i servizi.
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