04/12/2015 - Milano: il nuovo ristorante Filippo La Mantia , disegnato da Piero Lissoni , è molto più di un ristorante o di un omaggio alla Sicilia, terra d'origine di Filippo, ma rappresenta una sorta di grande casa, frutto di un mix di passioni e valori.
Il legame fra tre amici prima di tutto. Quella tra il cuoco palermitano, l'amministratore della società e l'architetto Lissoni. Poi la cucina del Sud, i vini, la musica, la fotografia e le motociclette.
Il locale, pensato per essere 'fatto dalla gente che lo frequenta' , si compone di un grande spazio lounge che si articola su 1800 mq di superficie distribuita su due livelli, dove è possibile trovare l’angolo o la situazione più adatta per bere un drink, mangiare, conversare, lavorare o rilassarsi.
All’ingresso, sulla piazza Risorgimento, si trova il bar diurno, luminoso, con le bianche piastrelle in cotto manuale alle pareti, la vetrata affacciata sull’esterno e il bancone rivestito in piastrelle di pietra lavica (Made a Mano) con decori bianchi.
Dalla reception in poi gli ambienti si snodano uno dopo l'altro, secondo un’armonia di sfumature dai toni caldi, dai pavimenti in legno scuro alle pareti color tortora. Si giunge, poi, al grande soggiorno, dove un’intera parete è occupata da una libreria che ospita le porcellane Richard Ginori e le ceramiche di Virginia Casa.
Gran parte degli arredi scelti è firmata da Piero Lissoni: dai pezzi disegnati per Cassina, Living Divani e Porro, alle icone tra cui il celebre Cicognino di Franco Albini e le poltroncine Utrecht di Gerrit Rietveld.
Strumenti musicali sono sparsi qua e là, come reale invito a suonare, in linea con il carattere del locale, dove ognuno può sentirsi davvero a casa.
Il lounge prosegue al primo piano con divani e poltroncine fino al ristorante vero e proprio, che comprende 70 coperti distribuiti fra tavoli di forme e dimensioni diverse, e sedute in paglia viennese che si alternano a classiche sedie da bistrot, sedute rivestite in lino e poltroncine Neve di Lissoni per Porro. Il tutto termina con l'area privè, con due grandi tavoli rotondi illuminati da chandeliers in vetro di Murano.
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