27/11/2015 – Ha aperto i battenti da qualche mese a Venezia, sull'isola delle Rose, il JW Marriott Venice firmato da Matteo Thun. L’isola artificiale su cui sorge, vincolata paesaggisticamente, presentava diverse costruzioni - un ospedale con annessi edifici di servizio - risalenti ai primi decenni del Novecento.
Il progetto, gestito nella sua complessità dimensionale, effettua un salto di scala dal “macro” del masterplan al “micro” dei singoli dettagli.
Il masterplan riorganizza l’isola in tre parti principali, scandite dalle aree verdi presenti sull’isola. La zona dell’ex ospedale (1936) diventa un hotel di lusso, con 230 suite dallo stile veneziano rivisitato in chiave contemporanea e un’ampia terrazza sul tetto, attrezzata con piscina all’aperto e ristorante panoramico. Adiacente vi sono un centro congressi e una residenza liberty in mattoni che viene conservata e trasformata in una raffinata villa per vacanze, con giardino e vista a 360° su Venezia. Sul retro vi sono i giardini che valorizzano le qualità paesaggistiche dell’isola.
La fascia successiva comprende vari padiglioni in mattoni, conservati secondo il principio del “Box in the Box”: intervenire all’interno senza toccare i muri antichi, salvaguardando la memoria storica degli edifici secondo i più attuali principi di conservazione del patrimonio. La Maisonette, gli uffici e l’amministrazione, le suite, la spa e gli alloggi per il personale trovano spazi adeguati in questi corpi edilizi longitudinali. Oltre l’oliveto, si apre un’ampia zona verde adibita a orto, a uso dei ristoranti del resort.
Una terza fascia verde è utilizzata per la rigenerazione della terra. L’attenzione al paesaggio lagunare – fatto di acqua, lentezza e silenzio - si coniuga con scelte coerenti di materiali locali, reperibili in loco (laterizio, vetri, specchi e stoffe veneziane). E’ un luogo unico, rivolto ad un turismo di alto livello che cerca in una location di pregio eccezionale, il “lusso della sottrazione”. Rose Island è infatti un’innovativa tipologia di resort di lusso, un villaggio a tre zeri: zero km, zero CO2, zero garbage.
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