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Lusso e antiquariato convivono nei lavori di Giorgia Cerulli
Una storia di architettura, design, arte e spirito conservativo (ma creativo)
Autore: valentina ieva
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06/11/2015 - Architetto, romana, appassionata di arte e ricercatrice di oggetti di antiquariato e modernariato. Alla continua scoperta di nuovi mercatini e brocanteur in giro per Europa e America. Si definisce così Giorgia Cerulli, che nella vita si occupa di interni, allestimenti e strutture ricettive, dividendosi tra la progettazione architettonica e la sua galleria d’arte nel quartiere Monti a Roma.
 
E parte proprio dalla Sacripante art gallery questo racconto tra architettura, design, antiquariato e spirito conservativo (ma creativo).
 
Redazione: Ci racconti come nasce il progetto per la Sacripante art gallery, dalla scelta dello spazio all’interno di un ex convento alla scelta di arredi e materiali di recupero?
 
GC: Il progetto nasce circa un anno e mezzo fa, quando mia madre, che è nel campo della moda e ha il suo atelier al civico accanto, decide di liberare lo spazio, che era il suo magazzino espositivo per il noleggio di abiti vintage per cinema e teatro, proponendo a me e mia sorella di farci un'attività legata al campo moda/arte/design. Insieme a mio marito, che invece si occupa di organizzare eventi e feste private e ha gestito bar e ristoranti (tra cui il Papageno caffè, un altro dei miei lavori), decidiamo di realizzare una galleria d'arte con un piccolo cocktail bar nascosto, ispirato ad una vecchia farmacia abbandonata, detta anche 'chemist' shop'. Per questo motivo ci sono bicchieri e bottiglie d'epoca dei primi anni 20/30 e il bar propone cocktail tipici degli anni del proibizionismo. Via Panisperna è famosa a Roma per la scuola di chimica e fisica dove studiava Enrico fermi e si usa spesso ricordarla con l’espressione: ‘i ragazzi di via Panisperna’!
 
Redazione:  In che modo dialogano tra loro architettura, design, modernariato e arte, nel concept di questo spazio espositivo?
 
GC: Lo spazio espositivo è di circa 80 mq, si sviluppa in lunghezza, una stanza dopo l'altra. La prima e l'ultima espositiva, nella seconda il cocktail bar. E' fatto di pareti grezze, rough appunto, che lasciano intravedere i vecchi intonaci a vista dai toni grigio chiaro - non si tratta della classica galleria con le pareti bianche e i faretti a controsoffitto -  e di alti soffitti in legno, pavimento in cemento e impianti a vista nei tubi di lamiera zincata. 
Su queste pareti emergono le opere degli artisti che, di volta in volta, sono chiamati a lavorare anche sulle pareti stesse:  per esempio la cripta, l'ultima sala espositiva, ospita sempre progetti site-specific.
A rendere lo spazio accogliente e, allo stesso tempo, informale sono gli arredi, tutti vintage, originali tra gli anni 40/50, tutti rigorosamente in vendita nella galleria, in modo tale da permetterci di poter dare spazio alla nostra continua ricerca e voglia di rinnovare. 
 
Redazione: Puoi raccontarci aneddoti legati a qualche pezzo in particolare?
 
C'è un aneddoto, legato ad un lampadario di Sciolari a cui sono molto legata, che mi ha venduto un robivecchi che aveva la sua bottega di fronte a noi e che purtroppo da poco è venuto a mancare… Ricordo che io e mio marito, anche lui appassionato ricercatore di mobili e oggetti vintage, abbiamo notato come puliva con cura questo lampadario. In un simpatico romanaccio mi disse: “Come al solito, neanche il tempo di pulirlo e tu già lo hai adocchiato!”. Solo il giorno successivo mi disse che si era accorto che era firmato e che come al solito ci aveva rimesso il doppio del costo. 
 
Redazione: Altre affascinanti location storiche romane hanno ospitato i tuoi interventi: parliamo del G-Rough e del Relais Terme di Tito, realizzato in collaborazione con Francesco Fornaciari. Cosa puoi raccontarci di questi due esperimenti di recupero architettonico? In che modo stanze e suites celebrano l’Italia creativa?
 
GC: Sono due progetti diversi, anche perché diverse sono le personalità dei committenti con cui bisogna sempre fare i conti! Sicuramente il G rough, come il Sacripante è un progetto più vicino al mio spirito, che predilige il recupero e il restauro conservativo: nel G rough, abbiamo, infatti, salvato tutti i pavimenti originali dei living, mentre nel Relais purtroppo non ho trovato nessuna traccia interessante da salvare, quindi sono dovuta partire da zero.
Ad accomunare i due interventi è sicuramente l'aspetto confortevole e accogliente tipico delle case, più che delle strutture ricettive, quindi l'attenzione è rivolta all'ospite che usufruirà degli spazi e che deve sentirsi in vacanza e coccolato ma a sempre a casa. Il sapore che danno i mobili e gli arredi di modernariato e antiquariato non sempre si raggiunge con mobili fatti a mano e su misura, a meno che non si utilizzano materiali di recupero. 
 
Redazione: Come si traduce la ‘romanità’ nelle tue realizzazioni? 
 
GC: Quando è possibile cerco sempre di dare spazio ad un elemento che è tipico della Roma degli anni '30: le cementine e le graniglie colorate. Per me non esiste altro pavimento! La mia idea di casa o di spazio ricettivo è definita da muri scialbati (che fanno leggere gli strati delle vite precedenti) e dai disegni geometrici a pavimento creati con le cementine. Rappresentano un ritorno al passato, ricordi di casa di mia nonna, di film di Bertolucci o di foto d'epoca.
 
Redazione: Come si divide il tuo lavoro fra i ruoli di progettista e gallerista?
 
GC: Diciamo che praticamente passo da occuparmi degli aspetti noiosi e amministrativi, alla parte artistica e creativa, fino alla parte pratica e organizzativa h24, non stop! In più sto lavorando ad un nuovo progetto che si inaugurerà tra poco! Ma sono molto legata alla galleria, che abbiamo inaugurato l'anno scorso, il 6 novembre, lo stesso giorno in cui è nata mia figlia.
La galleria è uno spazio in continua crescita e sta creando intorno a sè una giusta atmosfera fatta di persone che, come noi,sono amanti del bello in generale!
Viviamo nella città più bella del mondo e non voglio pensare che tanta bellezza ci abbia accecati. Bisognerebbe avere più commissioni di decoro urbano, come accade a Parigi o in altre città europee, per tutelare il futuro di questa città!
 

  Scheda progetto: Sacripante art gallery
Serena Eller
Vedi Scheda Progetto
Serena Eller
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Serena Eller
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Serena Eller
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Serena Eller
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  Scheda progetto: G-Rough
Claudio Sabatino
Vedi Scheda Progetto
Claudio Sabatino
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Claudio Sabatino
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Claudio Sabatino
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Claudio Sabatino
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Claudio Sabatino
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Claudio Sabatino
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Claudio Sabatino
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Claudio Sabatino
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  Scheda progetto: Relais Terme di Tito
Moreno Maggi
Vedi Scheda Progetto
Moreno Maggi
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Moreno Maggi
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Moreno Maggi
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Moreno Maggi
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Moreno Maggi
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