13/11/2015 - Il progetto dell'architetto Filippo Sesti per questo appartamento in via Tommaso Reggio a Genova nasce da una strana commessa ed è lui stesso a raccontarcela.
«Una giovane coppia di manager, che aveva conosciuto il nostro lavoro, un giorno mi chiede un appuntamento e mi porta a visitare un loro immobile, un grande appartamento che si affaccia sulla piazza della Cattedrale nel centro storico di Genova; alla fine della visita lascia un acconto e mi chiede un progetto di massima, dicendo che di lì a 3 giorni sarebbero partiti per Seoul, dove sarebbero rimasti un anno per lavoro, e se il progetto, che nel frattempo gli avrei proposto, fosse stato di loro gradimento, avrebbero pensato alla realizzazione, altrimenti ci saremmo salutati.
Nasce così la storia di una grande sintonia che ha portato ad un anno di intensa progettazione, avvenuta attraverso il web e culminata in una complessa e profonda ristrutturazione della loro proprietà.
L'immobile, un grande appartamento nel centro di Genova di oltre 200 mq, di epoca medievale (la cucina si trova nel nucleo più antico, una torre trecentesca), frutto di accorpamenti e refusi, nel quartiere che era anticamente tutto di proprietà della famiglia Imperiale, ricchi nobili mercanti genovesi, al momento del sopralluogo, era male organizzato, molto dispersivo e poco accogliente, nonostante la bella architettura.
La prima considerazione è stata che la casa era, sia per dimensioni, che per le aspirazioni dei committenti, troppo importante per entrare direttamente in un salotto (come avviene spesso nelle case genovesi) e allo stesso tempo 50 mq per un ingresso sembravano uno spazio decisamente sottoutilizzato, così l'idea cardine del progetto è stata quella di creare un “vestibolo” contemporaneo, uno spazio “inutile” se vogliamo, ma non sono spesso gli spazi “inutili”, i grandi atri affrescati dei palazzi nobiliari, le logge, le gallerie quelli che maggiormente danno l'idea del lusso?
Il resto del progetto è venuto di conseguenza. Si entra un grande spazio di “decantazione” con la grande vetrata rossa che lascia intravedere il soggiorno, e, ai lati 2 bussole nero lucide, di distribuzione alle altre parti della casa.
Altro elemento importante i percorsi. La casa è restaurata nelle sue componenti architettoniche con un metodo che potrei definire filologico, cioè riutilizzando materiali e tecniche tradizionali, riportando alla luce gli elementi architettonici più caratteristici, come il bel soffitto ligneo completamente restaurato; mentre il “nuovo” è pensato come un'architettura dentro l'architettura, gli alti volumi dell'abitazione originale contengono i nuovi volumi del soppalco, dello studio, dello spogliatoio e della cucina, e i percorsi: il muoversi sotto, sopra, salire e scendere da un lato all'altro della casa, diventano il secondo vero tema del lavoro.
Terzo tema i materiali e colori: materiali high-tech, come l'acciaio satinato e il cristallo, il policarbonato e le superfici laccate poliestere. L'immagine che volevo trasmettere era quella di un architettura “pop” con l'uso dei colori primari, bianco, rosso della vetrata il nero, il verde e di superfici pulite e minimali».
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