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Iris Tondo

Designed by air: ambienti pneumatici
L'estetica gonfiabile confonde la percezione ingannando la memoria tattile
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29/01/2015 - La ricerca costante di nuovi materiali per il design industriale non ha certo tralasciato l’elemento più abbondante ed accessibile, ma al contempo impalpabile e aleatorio, a disposizione sul pianeta Terra: l’aria. 
Dal boom inaugurato con le architetture utopiche e con i mobili in PVC trasparente degli anni Sessanta, il design pneumatico porta con sé una tendenza molteplice a metà strada tra il gioco estivo e il rifugio d’emergenza. 

Negli ultimi anni queste due anime si sono spesso mischiate, annullando il contrasto tra produzione di massa e artefatto di lusso, lo stile provvisorio del pop e l’eleganza intramontabile dell’oggetto cult. 
Da un punto di vista strettamente fisico, l’estetica gonfiabile confonde la percezione del leggero e del pieno, il solido e il soffice, ingannando la nostra memoria tattile con risultati inaspettati. 
Sono molti i progetti di design pneumatico dedicati alla creazione di rifugi temporanei pensati per situazioni d’emergenza. Sopperiti i bisogni fondamentali, le popolazioni colpite da calamità necessitano di una rete di infrastrutture culturali, che permettano di recuperare interazioni sociali e, con esse, la speranza. Questi gli intenti alla base di una collaborazione tra l’artista concettuale inglese Anish Kapoor e l’architetto giapponese Arata Isozaki. 

La spettacolare struttura gonfiabile, commissionata dal Festival di Lucerna, è stata significativamente chiamata Ark Nova. Simile a un accogliente grembo materno, questa sala concerti è stata ideata per portare la musica di interpreti internazionali in un tour iniziato lo scorso autunno attraverso le aree devastate dallo tsunami del 2011. 

Ark Nova s’innalza per diciotto metri, con un volume di novemila metri cubi sorretti soltanto dall’aria prodotta da ventilatori industriali e sigillata grazie a porte ermetiche importate dalla Germania. L’imponente sala da concerti necessita di sole due ore per venire allestita, accogliendo cinquecento visitatori sotto alla sottile membrana di poliestere rivestita in PVC. 

Nell’atmosfera soffusa e violacea creata all’interno, gli spettatori siedono su panche prodotte con il legno di cedri sradicati durante lo stesso tsunami. Kapoor aveva già sperimentato le potenzialità dell’aria con la monumentale installazione intitolata Leviathan presso il Grand Palais di Parigi. Con Ark Nova tuttavia, l’estetica dell’arte contemporanea e la funzionalità del design industriale a scopo sociale hanno unito le forze per regalare alle popolazioni colpite un’esperienza indimenticabile, questa volta positiva. 

Altro contesto che necessita di soluzioni tanto efficaci quanto estemporanee è quello dei pop-up store. In occasione dell’apertura temporary store allestito da Selfridges & Co. a Parigi è stata lanciata l’iniziativa Bring Young Things, dedicata all’esposizione dei giovani talenti della moda. L’interior design del negozio, progettato dallo studio Bonsoir Paris, sfrutta un uso paradossale e innovativo dello stesso PVC trasparente impiegato per la seduta Blow, progettata nel 1967 da Jonathan De Pas, Donato D’Urbino, Paolo Lomazzi e Carla Scolari. 

Tutto lo spazio del negozio gioca sull’alternanza di volumi leggeri, pieni d’aria, e la pesantezza opaca delle lastre di marmo. Due mondi simbolicamente opposti del lusso e della produzione di massa, della funzionalità e della stabilità, del gioco e del monumento commemorativo. 

Grazie a un contrasto inedito, quasi ossimorico, un materiale iconico della storia del design contemporaneo è giustapposto alla pietra nobile per eccellenza, rispecchiando l’attenzione di Selfridges per le novità. Nonostante la storica catena britannica di negozi di vestiti e accessori abbia aperto il suo primo negozio nel 1909, continua a dare spazio ai giovani talenti. 

I fondatori di Bonsoir Paris, Remy Clemente e Morgan Maccari, hanno ideato lo spazio seguendo la filosofia alla base dei loro progetti di graphic e retail design, uno spirito minimalista e concettuale in grado di combinare ‘freschezza e splendore’.

Dal macro della prima sala da concerti gonfiabile ed itinerante, al micro degli oggetti per la casa, che si riempiono del respiro di chi la abita. È il caso della lampada BLOW, progettata dal designer tedesco Theo Möller ed esposta a Ventura Lambrate durante il salone del mobile di Milano di quest’anno.

Realizzata grazie alla saldatura a impulso, questa lampada-palloncino sfrutta la tecnologia led per ottenere un sistema di illuminazione ultraleggero e facilmente smontabile per essere trasportato. Da sgonfia, una lampada lunga quattro metri pesa solamente seicento grammi.

Due fogli saldati, uno in PE LD ed uno in film isolante rivestito di alluminio, costituiscono il corpo illuminante, che viene rapidamente gonfiato per mezzo di una valvola senza bisogno di pompe speciali. I led sono inseriti nel foglio in PE all’esterno della parte sigillata, la cui superficie in alluminio ne riflette indirettamente la luce soffusa.

Un altro aspetto funzionale ed innovativo di BLOW è che si tratta di un vero e proprio sistema di illuminazione, che può essere combinato in varie forme e sostenere fino a dieci metri di lunghezza del corpo illuminante. La sua leggerezza non implica soltanto facilità di montaggio, ma anche la possibilità di fissarlo al soffitto senza bisogno di sostegni invasivi. Merito di Theo Möller è aver esposto la sovrapposizione semantica del termine light, che significa al contempo luce e mancanza di peso.

Sebbene appartengano a diverse applicazioni del design pneumatico, l’Ark Nova, l’interior design di Bright Young Things e la lampada BLOW oltre all’aria hanno in comune una fascinazione per la levità, per la facilità di utilizzo e per la semplicità. La spensieratezza insita al concetto di gonfiabile è sostenuta dall’attenzione per il progetto, trasformando mobili e architetture fatte di niente in una permanente estemporaneità.

Ma in un momento storico in cui la sostenibilità acquista importanza vitale, vale la pena di sottolineare una proprietà basilare del design pneumatico che passa solitamente inosservata. Limita la necessità di materiali, e quindi di scarti, riducendoli allo stretto indispensabile e sostituendoli con un gas innocuo, gratuito e, soprattutto, vitale.

Fonte: Blink - blinkproject.it

 


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