08/10/2014 - L'architettura perde peso, diventa sottile e leggera; le superfici riducono spessore e opacità e si compongono in volumi semplici e diafani. Dalle scale alle sedute, anche gli interni e gli arredi si privano della predominante terza dimensione, entrando in armonia con la spazialità essenziale.
È in Giappone, dello studio Tato Architects, un progetto che è riuscito ad elaborare in chiave architettonica il concetto di “sottile”: House in Yamasaki è una residenza unifamiliare progettata come tre piccole mini-abitazioni sottili e luminose tenute assieme da un unico basamento continuo.
Qui il gioco dell'assenza di spessore si sviluppa sulle superfici che costruiscono l'ambiente abitato, sia nell'involucro che negli interni. In questo caso, il tema del sottile è tradotto nell'utilizzo dei materiali e nella loro natura. Dall'esterno le tre piccole case archetipiche risultano evanescenti, come smaterializzate nell'atmosfera; all'interno la luce si diffonde uniformemente in tutti gli spazi, sfumando i confini con l'esterno.
L'edificio è costituito da una struttura a telaio, semplice e leggera, unita a sottili superfici in legno e pannelli bianchi - che fungono sia da partizioni interne che da pavimento - nella parte basamentale, e da pareti diafane in policarbonato ondulato al piano superiore.
Fonte: Blink – blinkproject.it
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