04/08/2014 - Un edificio che si discosta dall'immagine convenzionale e cerca, attraverso una monumentale matericità, una forma nuova, organica, morbida.
La nuova costruzione realizzata a Tokyo da Kengo Kuma & Associati per il nuovo campus universitario Daiwa Ubiquitous Computing Research Building, rompe quella consuetudine che vede nella scelta di materiali “duri” come cemento, metallo e pietra la risposta materica alla progettazione di una sede dedicata alla formazione e alla cultura.
Un' architettura “morbida”, fatta di materiali naturali: squame di legno che seguono linee dolcemente ondulate e formano superfici levigate e armoniose. Si tratta di una membrana che prende forma da una serie di pannelli di differenti proporzioni, composti da singole doghe in legno, che regalano un'elegante ritmicità ai prospetti interrotta, solo in corrispondenza delle aperture, con lunghi tagli vetrati.
Come scavato in questa nuvola di scaglie, al piano terra si apre un passaggio che mette in relazione la strada con il poetico giardino giapponese nel cuore dell'edificio: è proprio quest'apertura che regala un leggero e delicato flusso di luce e di vento all'interno del campus, una combinazione di curve che spezza la rigida griglia di allineamenti con un soffio.
Fonte: Blink - blinkproject.it
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