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Città della Scienza di Napoli: uno scheletro sul mare
Distrutto il polo di ricerca scientifica progettato da Massimo Pica Ciamarra
Autore: eleonora usseglio prinsi
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06/03/2013 – “Sotto la cenere sta la brace ardente”. Con queste parole di speranza Roberto Saviano commenta quanto accaduto alla Città della Scienza di Napoli, andata distrutta il 4 marzo scorso a causa di un incendio doloso, le cui indagini sono ancora in corso.

Uno scheletro sul mare. Completamente distrutto lo Science center, il planetario, sei capannoni per dodicimila metri quadri e danni per oltre venti milioni di euro. Nulla sembra sopravvivere a Napoli. Resta il teatro, da lì bisognerà ripartire, e Corporea, cantiere fermo da tempo, l'ultima parte di museo che doveva rappresentare il corpo umano.
Chi non c'è stato, non può immaginare la bellezza di questo luogo: per descriverla bisognerebbe saccheggiare Virgilio, che di questa baia è il nume tutelare.
” Così  appare agli occhi di Roberto Saviano, che lo descrive dalle pagine de La Repubblica.
 
Il centro prende forma negli anni '90, sul modello del parco de La Villette di Parigi di Adrien Fainsilber, a Bagnoli nell'area industriale dell'ex Italsider. Il complesso,  promosso da Vittorio Silvestrini, venne realizzato dall'architetto Massimo Pica Ciamarra, socio fondatore dell’Istituto per la diffusione e valorizzazione della cultura scientifica, recuperando una delle più antiche strutture industriali della zona, la ex vetreria LeFevre.
I diecimila metri quadrati destinati alla ricerca e allo sviluppo scientifico, comprendevano un museo interattivo, un incubatore di imprese e un centro di formazione.

La Città della Scienza ha rappresentato nel corso degli ultimi 20 anni un centro di eccellenza a livello nazionale e internazionale, ottenendo importanti riconoscimenti, quali il titolo di miglior museo scientifico europeo nel 2005 e il Premio Descartes per la comunicazione scientifica europea nel 2006.
Leggendo il comunicato del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, viene ribadita la volontà di ricostruire il centro al più presto, assicurando l'impegno economico da parte delle istituzioni, che affiancheranno gli organismi locali in questa sfida. Imprescindibile la collaborazione dell'UE, confermata dalle parole del commissario per le politiche regionali Johannes Hahn.
Lo stesso impegno viene ribadito dal sindaco di Napoli De Magistris in un'intervista rilasciata a La Repubblica: “Napoli è una città che non vuole farsi piegare e che vuole rimarginare queste ferite che colpiscono la cultura, la scienza e l'arte, che sono il simbolo del presente e del futuro di Napoli e sulla quale stiamo puntando.”
 
Un tassello di città, che mai come ora, rappresenta le dinamiche sfaccettate del tormentato capoluogo Campano, nuovamente alla ricerca del riscatto attraverso un intervento di  ricostruzione dal forte impatto sugli assetti urbani, ma ancor di più dall'imprescindibile valore simbolico.
“L'odioso ed infame crimine perpetrato nei confronti del bell'edificio della Città della Scienza di Napoli dimostra, casomai ce ne fosse ancora bisogno, che cultura e bellezza  rappresentano un binomio che fa paura alla criminalità“ commenta, attraverso un comunicato, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ”Dimostra, altresì, come la buona architettura possa simboleggiare e rappresentare il riscatto di una città, di un quartiere, esprimendo le sue energie migliori e più positive, le sue speranze di rinascita.”
 
Non solo arte e cultura, ma anche buona architettura. Da polo industriale e fulcro economico della regione, sapientemente descritto dal giornalista Ermanno Errea nelle pagine del suo libro “La dismissione”, a centro di eccellenza per la ricerca. Ancora una volta Bagnoli si trova a ricercare  nuovi spunti per rinnovarsi e riscattarsi, cambiando pelle e forma attraverso la conoscenza.

  Scheda progetto: Città della Scienza
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