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Eclisse promuove il progetto 'Spazi di Espressione'
Dove arte, lavoro e design si incontrano
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13/12/2012 - I nuovi prodotti Eclisse, le opere d’arte di un pittore contemporaneo e i suggestivi ambienti dismessi di un antico lanificio: questi sono gli elementi del nuovo progetto fotografico Spazi di Espressione, nato con l’intento di promuovere la collezione Syntesis® di Eclisse e sviluppato lungo un filo conduttore che unisce mondi apparentemente distanti ma ricchi di punti di contatto. Spazi di Espressione, realizzato per Eclisse dal fotografo Enrico Dal Zotto, è la rappresentazione visiva di tre simboli che rappresentano industria, arte e artigianato, accomunati dalla passione per ciò che si fa e dal forte legame con il territorio.

L’idea di ambientare un servizio fotografico in un luogo così particolare – gli spazi del Lanificio Paoletti di Follina (Treviso), temporaneamente adibiti a mostra d’arte – è stata ispirata da un lato dalla voglia di sperimentare e di accostare tra loro concetti architettonici e artistici (l’eleganza della linea, lo spazio alla creatività e al colore), dall’altro, alla filosofia aziendale del Lanificio, profondamente affine a quella di Eclisse. Analogamente al Lanificio Paoletti, infatti, Eclisse ha sviluppato la propria attività nel mondo rimanendo un’azienda familiare e radicata nel proprio territorio, che ha scelto di promuovere progetti in campo culturale, artistico e sportivo per svolgere un ruolo positivo all’interno della comunità in cui opera.

Le iniziative sponsorizzate non hanno fini utilitaristici, ma sono intese a dare un contributo in ambito sociale e a creare un forte spirito di gruppo nel quale dipendenti e collaboratori possano riconoscersi. Un altro importante aspetto che accomuna Eclisse e il Lanificio Paoletti è il concetto del su misura, ovvero la capacità di personalizzare le proprie soluzioni per rispondere alle esigenze dei clienti: capacità che, come afferma il presidente di Eclisse Luigi De Faveri, ha permesso di reagire alla crisi e di proseguire con fiducia sulla strada dell’innovazione.

La location
Fondato nel 1795 da Gaspare Paoletti a Follina (Treviso), il Lanificio Paoletti è stato uno dei più importanti centri per la lavorazione della lana della Repubblica di Venezia. Attraverso i secoli è diventato un’azienda dinamica, attenta all’ambiente e aperta all’innovazione tecnologica e alla ricerca di stimoli sempre nuovi. I tessuti Paoletti vantano una qualità garantita da una conoscenza ultra-centenaria delle lavorazioni e incontrano le particolari richieste dei clienti, tra i quali si annoverano le più importanti case di moda europee e mondiali. Da qualche anno, il Lanificio è impegnato in un progetto di riqualificazione degli spazi industriali e dei capannoni inutilizzati che ha coinvolto lo IUAV (Istituto Universitario Architettura Venezia) e il Comune di Follina ed ha aperto le porte ad associazioni culturali come la Società di Mutuo Soccorso, che organizza al suo interno delle visite guidate, mentre la collaborazione con scuole d’arte come l’Istituto d’Arte Bruno Munari di Vittorio Veneto e vari Istituti di Moda (tra cui il London College of Fashion di Londra e il Polimoda di Firenze), con l’inserimento di giovani studenti in azienda per periodi di tirocinio, ha permesso all’azienda di sviluppare nuovi campionari e uno stretto contatto con la moda e l’arte. Dell’importanza di aprire alle contaminazioni dell’arte e del design una realtà produttiva fortemente ancorata alla tradizione è profondamente convinto Paolo Paoletti , general manager e responsabile commerciale e marketing del Lanificio, che è entrato nell’azienda avita cinque anni fa, dopo aver lavorato per diversi anni a Londra presso Vivienne Westwood Ltd.

“Non vedo altro futuro per la realtà commerciale che la contaminazione con l’arte” afferma Paoletti. “Da quando abbiamo aperto il Lanificio ad attività extra-produttive, i clienti vengono a trovarci più frequentemente e volentieri, e si è verificato un incontro di mondi profondamente diversi ma complementari.” In quest’ottica, a partire da quest’anno alcuni locali del Lanificio Paoletti sono stati adibiti a sale espositive per mostre fotografiche e di pittura, installazioni, e per la proiezione di cortometraggi. In particolare, lo spazio dell’ex magazzino filati ha ospitato il simposio artistico “Arte in Cartera”, percorso promosso dal gruppo GAF dei giovani follinesi con la partecipazione di studenti di storia dell’arte e conservazione dei beni culturali, che nell’ambito di questa iniziativa hanno proiettato cortometraggi ed esposto i loro quadri. Nella suggestiva cornice dell’antico deposito della centrale idroelettrica in restauro, dove è presente una turbina datata 1906, è stata invece individuata la location di un’interessante mostra fotografica. Il magazzino lana, dove sono stati fotografati i nostri prodotti, è invece sede di mostre temporanee come Babel di Paolo Loschi , artista trevigiano autore dei quadri ritratti in foto. L’esposizione delle opere di Loschi, alla quale ha collaborato attivamente Paolo Paoletti, sarebbe dovuta durare soltanto un mese, ma l’affluenza di pubblico e il riscontro anche commerciale per l’artista sono stati tali da far sì che l’apertura venisse prolungata di vari mesi. Ecco un esempio di come operosità, lavoro, creatività e sperimentazione si sono fusi per dar vita a delle sinergie nuove a vantaggio di tutti i soggetti coinvolti, che valorizzano il territorio e le sue risorse nell’ottica più ampia dell’unione delle forze, dei saperi, e – cosa non meno importante – della passione.

L'artista
Da giugno a settembre 2012, negli spazi del Lanificio Paoletti di Follina (Treviso), ha avuto luogo una mostra personale del pittore trevigiano Paolo Loschi intitolata “Babel”. Curata dai due amici Giovanni Da Broi e Ottavio Massimo Paier, rispettivamente fotografo e architetto, Babel riunisce una collezione di opere dal 2006 ad oggi. Angel de Tierra è un ciclo pittorico nato in Spagna nel 2003 e sucessivamente sviluppato nel 2006. I soggetti raffigurano persone in carne ed ossa che, con coraggio e spontaneità, hanno il potere di toccare le altrui anime contaminandole con la loro purezza. In sostanza Angel de Tierra ha una missione da compiere: elevare il comune sentire. Face è invece una serie di volti su sfondo monocromo, realizzati nel segno del colore esclusivamente per questa mostra. Utilizzando le lane presenti nel magazzino e del cartone nidopan da imballaggio, Loschi ha dato vita a dei lavori che si integrano perfettamente con il luogo ed esprimono tutta la potenza creativa che esso ispira.

L’inaugurazione di Babel, il 24 giugno, è stata una sorta di simposio pittorico e musicale: con l’accompagnamento della musica elettronica di Massimo Bressan, Loschi si è esibito in una performance impiegando un pannello in plexiglas e della lana colorata, rendendo così non solo omaggio allo spirito del luogo, ma anche perfetta testimonianza all’impronta sinestetica della propria arte, dove la concezione del colore è tattile oltre che visiva. Loschi, che condivide con Paoletti l’idea che “dall’arte non c’è scampo”, è nato a Treviso nel 1966. Artista versatile e libero da schemi predefiniti, ha concentrato la propria ricerca pittorica in un moderno astrattismo, e percepisce l’arte prevalentemente come alternativa ai poteri autorizzati che impongono alla società i dettami di una vita ordinaria e convenzionale, con la quale anche l’artista è costretto a scendere a patti. Nelle creazioni di Loschi si possono rintracciare temi come la metamorfosi e fonti di ispirazione come l’espressionismo nordico del Cobra, l’Osvaldo Licini delle Amalasunte, il graffitismo di Jean-Michel Basquiat, i rimandi picassiani e duchampiani, la grafica surrealista e, infine, Paul Klee, al quale lo accomunano una passione assoluta per il colore e la commistione tra mondo vegetale ed animale, ma il tutto è reinterpretato in chiave personale e originale dall’artista, che si considera espressionista, ma anche concettuale, e molto altro ancora. Dal punto di vista formale, il tratto distintivo delle opere di Loschi consiste nella scelta di distinguere il segno dal colore, rendendoli entità autonome che sembrano fissarsi in un’immagine destinata a svanire. Ne risulta un insieme in cui la raffinatezza delle linee non limita in alcun modo, per dirla con l’autore, l’impeto espressionistico del gesto, particolarmente evidente nelle tele della serie Angel de Tierra esposte negli spazi del Lanificio in occasione della mostra.

Il prodotto
I sistemi Syntesis® di Eclisse (Syntesis® Line scorrevole, Syntesis® Luce e Syntesis® Line battente) sono dedicati a chi ama uno stile di arredamento minimale, pulito nelle linee ed elegante nelle forme. Privi di stipiti e di cornici coprifilo, questi nuovi prodotti permettono di reinterpretare gli spazi interni della casa rendendo le porte praticamente invisibili, adatte ad essere dipinte o decorate come la parete che li ospita, per un risultato estetico sorprendente. La linea Syntesis® incontra il gusto moderno per la semplicità e la linearità, per tutto ciò che è essenziale. Un minimalismo che non rinuncia però alla funzionalità delle soluzioni e all’impiego della tecnologia brevettata, che da sempre è il fiore all’occhiello di Eclisse.

Syntesis® Luce racchiude una molteplicità di prestazioni, combinando estetica e praticità. Unico nel mercato, Syntesis® Luce è l’esclusivo controtelaio per porte a scomparsa senza stipiti né coprifili che permette di inserire termostati, prese e scatole elettriche sulla parete dove alloggia il controtelaio.

Syntesis® Line scorrevole è il controtelaio per porte a scomparsa senza finiture esterne. Grazie alla totale integrazione nella parete che lo ospita e all’assenza di cornice, il sistema raggiunge una perfetta sintesi tra tecnica e design per un risultato estetico sorprendente. Forte di elementi strutturali interni particolarmente robusti ma totalmente invisibili, la porta si mimetizza completamente con la parete e può essere pitturata con lo stesso colore o decorata allo stesso modo. Una soluzione ideale per chi ama lo stile minimal e linee di arredamento semplici ed essenziali.

Syntesis® Line battente è la soluzione che permette di installare una porta tradizionale a filo muro senza stipiti e coprifili. Le porte Syntesis® Line battente sono disponibili in versione grezza con primer oppure in poliestere grezzo e possono essere dipinte in modo da nascondersi perfettamente alla vista diventando un tutt´uno con la parete. Lo speciale fondo poliesterato garantisce un´elevata resistenza all´acqua e grande stabilità nel tempo. Inoltre, una volta dipinto, assicura una perfetta resa estetica.

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