19/11/2012 - Nel progetto per Casa la Semilla, in Messico, lo studio T3arc Taller de Arte y Arquitectura ha scelto di annullare completamente le barriere tra interno ed esterno, lasciando incorniciare l’ambiente costruito dal contesto naturale.
Lo stesso nome ‘La Semilla’ (il seme), attribuito alla casa dal fondatore dello studio, Alfredo Cano Briceño, è da intendere quale metafora di un’architettura che, quasi spontaneamente, si fa spazio tra la vegetazione di Juepetec, località nei pressi di Città del Messico.
L’impiego di materiali come il cemento grezzo e il vetro, accostato a materiali naturali come la terra cruda e il legno, rafforza la volontà di eliminare ogni sorta di confine o separazione tra l’interno e l’esterno della residenza. La Semilla non è un riparo dalla natura ma è parte integrante della vegetazione.
La struttura portante della casa prevede soltanto tre appoggi sul terreno a sostegno della copertura, per poi aprirsi completamente al paesaggio circostante, grazie alla realizzazione di tre fronti vetrati a tutt’altezza. Il prospetto esposto a sud della casa, il più soleggiato, è dotato di una barriera frangisole naturale, costituita dagli alberi di Ficus dai fusti alti e sottili.
L’ingresso alla casa avviene mediante una passerella in legno che porta alla zona giorno, fino alla terrazza del fronte nord con affaccio diretto sul lago; gli ambienti destinati a cucina e bagno sono collegati da un corridoio utilizzato come studio-spazio espositivo, che conduce fino alla zona notte e alla camera padronale con pareti vetrate e bagno lasciato a vista.
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