04/10/2012 - A Sèvres, in un quartiere residenziale alle porte di Parigi, l'agenzia Colboc Franzen & Associates ha progettato la Maison R: una dimora composta da tre volumi sovrapposti con slittamenti e sbalzi notevoli.
Una coppia e i loro tre figli hanno acquistato questo lotto quando era ancora occupato solo da un frutteto, privo di qualsiasi edificio ad eccezione di un capanno per gli attrezzi. La casa si è inserita con forza nel contesto esistente mantenendo solo le alberature originarie e alcuni allineamenti con le misure delle case circostanti.
Il programma è stato sviluppato, discusso e analizzato con i committenti e si compone di tre volumi distinti: i servizi, parzialmente incassati nella pendenza del terreno (hall, ufficio, lavanderia, cantina, garage), le parti della vita collettiva al piano del giardino (soggiorno, sala da pranzo, cucina) e, infine le camere sospese a sbalzo sulla vita sottostante.I modi e i tempi di utilizzo sono diversi, quindi diverse le richieste: la funzionalità per il primo volume, la vita sociale e l'accoglienza per il secondo e la privacy per il terzo.
Nella scomposizione convivono la volontà di "andare oltre" il contesto con la necessità di ancorarsi a una dimensione di vita consolidata. Così la casa sorprendentemente si inserisce con misura, con materiali e forme ben proporzionate e "intonate" al contesto: il primo volume, eroso dal caprifoglio e dall'edera come i pergolati dei vicini, lo stacco concettuale del secondo ricoperto di lamiera nera effetto container e poi il ritorno alla natura nel gesto più sorprendente, il terzo blocco quasi del tutto a sbalzo, rivestito di legno non trattato.
I differenti spazi creati da questi volumi aprono vari punti di vista, sia sulla casa sia sul giardino e sulla valle di Sèvres. Inoltre offrono diverse tipi di esposizione al sole e alle intemperie delle stagioni. Gli interni bianchi, gli infissi dai profili minimali neri... tutto sembra parlare un linguaggio perfettamente moderno eppure appare "riscaldato" dal largo e sapiente uso del legno, in quella che gli architetti definiscono una "domesticità calorosa". Che sia questo il futuro del moderno?
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