13/01/2012 - Lavori al via per la prima scuola ecologica nel territorio di Gaza. Il progetto porta la firma dell’architetto Mario Cucinella, che già nel 2010, in occasione del tavolo tecnico tenutosi a Ramallah, in Cisgiordania, ne proponeva la realizzazione. L'inaugurazione del cantiere è attesa entro l'anno.
Il progetto, dal nome “Gaza Green School”, si è sviluppato a partire da considerazioni legate alle criticità che questi luoghi presentano, quali la carenza di risorse idriche e gli elevati costi delle fonti di approvvigionamento energetico.
Un nuovo modello di edificio scolastico autonomo sia dal punto di vista energetico che idrico è il risultato di orientamenti progettuali definiti secondo le regole dell’ecoarchitettura.
Soluzioni innovative per il recupero delle acque piovane e il trattamento delle acque grigie e nere mediante la fitodepurazione contribuiscono - insieme all'adozione di sistemi costruttivi semplici e l’impiego di risorse rinnovabili - a coprire i fabbisogni e limitare i costi.
Il prototipo pensato da Cucinella prevede una fondazione a platea in cemento armato, capace di ridurre gli sbalzi termici negli ambienti interni, al di sotto della quale un’intercapedine d’aria ospita le tubazioni di un impianto geotermico ed i serbatoi di acqua piovana.
I condotti d’acqua sono progettati con una struttura prefabbricata a doppio anello in cemento armato, solidarizzata alla fondazione: alcune tubazioni saranno riempite con il terreno di risulta degli scavi, altre costituiranno un vero e proprio canale di ventilazione naturale, innescata dall’effetto camino.
La copertura dell’edificio ideata come doppia lamiera munita di cavità areata e moduli fotovoltaici amorfi integrati, assolverà, invece, alla funzione di ridurre il guadagno termico dell’involucro edilizio, nonché l’ingresso della luce naturale.
Finanziato dalla Islamic Development Bank, il progetto è frutto della collaborazione tra l'UNRWA (The United Nations Relief and Works Agency for PalestineRefugees in the Near East), l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino Oriente ed il noto studio italiano.
Promuovere la qualità degli spazi destinati all’istruzione e all’apprendimento dei ragazzi si coniuga all’esigenza di incentivare lo sviluppo sostenibile e non solo di certi Paesi, traducendosi nell’intenzione di costruire ben cinque scuole verdi nei prossimi anni.
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