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Iris Tondo

Architettura, rinasce la Biblioteca di Alessandria d’Egitto
Una mostra a Roma ripercorre le tappe fondamentali del progetto del gruppo norvegese Snohetta
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22/11/2002 –Roma. Resterà aperta fino al 24 novembre, la mostra itinerante dedicata alla nuova Biblioteca di Alessandria, organizzata in occasione dell’inaugurazione del complesso architettonico avvenuta il 16 ottobre proprio nella città egiziana.
Alessandria d’Egitto è stata in passato la culla della civiltà occidentale: la mostra pone l’accento proprio su questo ruolo dell’antica città; l’intento è quello di far scoprire ad un vasto pubblico la nuova biblioteca, come fondamentale centro di diffusione e condivisione del sapere. Testi, fotografie, disegni, oggetti e materiale multimediale saranno esposti nella Biblioteca nazionale centrale di Roma, divisi in tre grandi sezioni: passato (l’Egitto, Alessandria, l’antica biblioteca), presente (la costruzione della nuova biblioteca, dal progetto alla realizzazione), futuro ( l’inaugurazione, le raccolte, la visione progettuale dell’avvenire).
Il concorso per la realizzazione dell’opera fu indetto nel 1999 dall’Unione internazionale degli architetti, dall’Unesco e dal governo egiziano; ad esso hanno partecipato 524 gruppi di architettura appartenenti a 52 paesi diversi, ma è stato il gruppo norvegese Snohetta ad aggiudicarsi la vittoria e a supervisionare la realizzazione del progetto in collaborazione con la società Hazan Associates del Cairo.
Non si tratta di una biblioteca qualsiasi, ma di quella che per secoli è stata considerata una delle meraviglie del mondo, distrutta completamente, a più riprese, dalle guerre e dal fanatismo religioso.
La nuova biblioteca è stata costruita nello stesso luogo dove sorgeva l’illustre antenato, nel quartiere di Silsila, e con lo stesso intento: raccogliere in un unico luogo il sapere umano. Antichi manoscritti, libri rari, carte geografiche: ogni cosa trova posto sugli scaffali del nuovo edificio; e si tratta di una raccolta che annovera oltre 8 milioni di volumi, insieme con strumenti multimediali e audiovisivi.
Ma cerchiamo di analizzare la struttura dell’edificio:
“Il sole che sorge simboleggia la rinascita dell’antica biblioteca di Alessandria – dice Monsen Zahran, responsabile dell’ambizioso progetto – la diffusione del sapere, l’illuminazione, l’universalità.”
Gli architetti norvegesi, con a capo Christop Kapellar, hanno progettato un enorme cilindro di cemento e cristallo, sezionato in diagonale, a forma di disco solare che simboleggia Ra, il dio del sole.
Le dimensioni sono imponenti: 33 metri di altezza con 11 livelli ( 4 di essi sotto il livello della strada); più di 85.000 mq utili: due musei, un centro congressi, sale mostre, un laboratorio di conservazione e restauro, un centro di formazione e, infine, una sala lettura di 20.000 mq realizzata in cemento armato e legno nobile, che occupa lo spazio centrale dell’edificio. Ospita 2000 posti collocati tra un centinaio di colonne alte fino a 16 metri, di 70 centimetri di diametro, di cemento bianco con capitelli che ricordano l’antico fiore di loto egizio, proprio per rafforzare il legame tra l’oggi e il passato.
La biblioteca ha per tetto un’enorme semisfera avvolta da una spirale di mura in granito bianco, circondata da un laghetto artificiale su mattoni a più colori. Il soffitto cilindrico della sala lettura ha un’inclinazione di 16 gradi verso il mare e la combinazione di vetro e alluminio le permette di controllare la luce sia all’interno che all’esterno: infatti la parete in vetro si affaccia a nord, cosicché l’area di consultazione aperta al pubblico è illuminata dalla luce naturale, ma il sole non vi entra mai direttamente (condizione ideale sia per la lettura che per la conservazione dei libri); all’esterno proietta i suoi raggi verso il Mediterraneo come ricordo dell’antico faro di Alessandria, i cui resti rimangono ancora nel luogo della rada del porto.
La parete esterna dell’edificio è in granito grigio di Assuan, la pietra dei faraoni: non ha finestre e porta, invece, incise le lettere di tutti gli alfabeti del mondo, incluse le pitture rupestri e i geroglifici.
Inoltre, per evitare che la nuova biblioteca venga distrutta da un incendio, come la precedente, gli ingegneri hanno costruito i soffitti in alluminio anodizzato, insulati contro il caldo.
Un’affermazione dello stesso architetto norvegese sintetizza bene la poetica dell’intero edificio: “La struttura circolare dell’edificio simboleggia la conoscenza del mondo; abbiamo anche scelto l’immagine di un microchip per il tetto per indicare che questa istituzione non si occuperà solo di conservare libri, ma sarà impegnata nello scambio di informazioni con l’esterno”.

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