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MOSTRA ARCHITETTURA

Non basta ricordare
Oltre 200 opere di arte e di architettura delle collezioni del MAXXI
mostra  MAXXI - MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO, ROMA, dal 20/12/2013 al 28/09/2014
NON BASTA RICORDARE è la prima mostra a cura del Direttore Artistico Hou Hanru, con lo staff curatoriale del MAXXI Arte diretto da Anna Mattirolo e quello del MAXXI Architettura diretto da Margherita Guccione, con un approccio che vuole enfatizzare la forza del pensiero collettivo. Il team curatoriale comprende Francesca Fabiani, Laura Felci, Anne Palopoli, Monia Trombetta, Esmeralda Valente, con il supporto dello staff tecnico del MAXXI coordinato da Alessandra Barbuto, Luisa De Marinis, Paola Mastracci, Daniela Pesce, Claudia Reale, Carla Zhara Buda. Esposte oltre 200 opere che dimostrano la profonda vitalità della collezione del museo, in grado di rappresentare temi universali e di stimolare il confronto e la discussione critica.
 
In un percorso che coinvolge tutto il museo (dalla piazza al MAXXI B.A.S.E, dalla grande lobby al pian terreno alle scale fino alle gallerie 2 e 3 del primo piano, in un’area complessiva di oltre 3mila metri quadrati) NON BASTA RICORDARE presenta opere di arte e di architettura in dialogo tra loro e con lo spazio, rivelando la sperimentazione alla base dei progetti culturali del MAXXI e la volontà di connessione tra le diverse discipline, in uno scambio innovativo sul significato della creazione contemporanea.

La mostra si articola e si anima intorno a parole e temi universali, che appartengono alla vita di ciascuno di noi: città e ambiente, gioia e dolore, politica e ideologia, fisicità e intimità, teatro e performance. I lavori sono stati scelti rispondendo a queste suggestioni, senza tuttavia voler realizzare sezioni chiuse, lasciando lo spettatore libero nelle sue interpretazioni.
 
La città e lo spazio pubblico sono raccontati da opere come Faradayurt (2001) la tenda di tessuto di rame di Jana Sterbak che accoglie i visitatori nella piazza del museo insieme a Cultural Traffic (2010) di Teddy Cruz, struttura realizzata con i coni delle segnalazioni stradali. All’interno, le Cartoline postali (Venezia) (2009) di Yona Friedman, la vertigine del Palazzetto dello Sport di P.L. Nervi (2004) fotografato da Olivo Barbieri, gli espressivi lavori di Ed Ruscha o Stadbild SA (219/1) di Gerard Richter. In mostra anche oltre 100 progetti presentati per YAP MAXXI (il programma a sostegno dei giovani progettisti realizzato con il MoMA di NY) raccontati in una video installazione di 10 schermi nella hall del museo.
 
Teatro e messa in scena sono altri due cardini attorno a cui ruotano lavori di grande impatto come Where is our place? (2003) di Ilya ed Emilia Kabakov, Bronzefrau n.10 (2002) di Thomas Shutte, l’irriverente A piedi pari (2006) di Lara Favaretto, accanto a cui sono esposti bellissimi progetti di teatri di Aldo Rossi, Carlo Scarpa, Maurizio Sacripanti e Vittorio De Feo.
 
Parlano del corpo e della performance i progetti di Sergio Musmeci sulle strutture in trazione, la serie di fotografie del Living Theatre (1947-2000), il lavoro di Cino Zucchi Nel corpo della città (2010), il Saloon Photographs (1995-96) di Paul McCarthy e le fotografie di Nan Goldin o Piggyback (1997) dei fratelli Chapman.
 
Politica, realtà, idee e ideologie sono rappresentate tra le altre da opere come la grande installazione The Emancipation Approximation (1999) di Kara Walker, esposta per la prima volta negli spazi del MAXXI, o i significativi disegni e fotografie di Corviale di Mario Fiorentino anche questi in mostra per la prima volta, a cui il gruppo degli Stalker ha dedicato un lavoro incentrato sul racconto della struttura fatto da chi la abita.
A questi si affiancano i progetti del Foro Mussolini (1929) dipinti da Enrico Del Debbio e altri decisamente politici come le riflessioni radicali di Superstudio, le emozionanti fotografie di Palermo (2003) di Letizia Battaglia o il pasoliniano Alfa GT veloce (2007) di Elisabetta Benassi.
 
Raccontano dolore e speranza le opere Plegaria Muda (2012) di Doris Salcedo, Infinitive Cell (2004) di Alfredo Jaar ispirato ad Antonio Gramsci o Veronika (1995) di Christian Boltansky, mentre attorno all’idea di anima e di spiritualità si collegano lavori più intimi come i taccuini di Aldo Rossi, i disegni di Francis Alÿs, gli schizzi di Carlo Scarpa sui pacchetti di sigarette.
 
Sulle pareti delle sale, i temi affrontati dalla mostra verranno sottolineati da titoli poetici: La stanza del genio, Il teatro del mondo, La città tra ordine e caos, Il corpo in azione, Miracoli di infrastrutture, Oltre la prigione, Il paese dei sogni, La verità a giudizio, Co-abitare e Alla fine la luce; questi titoli incoraggeranno gli spettatori ad interpretare le opere esposte con libertà e immaginazione.
 
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Contatti
MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo
www.fondazionemaxxi.it - info: 06.3201954; [email protected]
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