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Visioni di un architetto senza tempo
I capolavori grafici di Giambattista Piranesi in mostra
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Giambattista Piranesi: Piramide di Caio Cestio. Acquaforte 45,5 x 57,3 Giambattista Piranesi: Piramide di Caio Cestio. Acquaforte 45,5 x 57,3

16/01/2020 - Dopo Albrecht Dürer le sale restaurate di Palazzo Sturm a Bassano del Grappa accolgono un altro tra i giganti dell’incisione mondiale: Giambattista Piranesi. 
La mostra, a cura di Chiara Casarin, direttore artistico dei Musei Civici di Bassano del Grappa, e Pierluigi Panza propone, per la prima volta nella storia dei musei cittadini, i capolavori grafici di Giambattista Piranesi (1720-1778), patrimonio delle raccolte museali bassanesi.

Un corpus che comprende 15 incisioni sciolte e molte altre racchiuse in 11 volumi ai quali si aggiungono le 16 preziose tavole delle Carceri d’invenzione provenienti dalle collezioni dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

La città di Bassano del Grappa ha scelto di omaggiare il grande genio di Piranesi anche in occasione del terzo centenario della sua nascita (4 ottobre 1720). Il patrimonio grafico dell’artista di origini venete viene esposto nel quarto e quinto piano di Palazzo Sturm, spazi destinati alle esposizioni temporanee, inaugurati dopo l’ultima campagna di restauro, con la mostra Albrecht Dürer. La collezione Remondini. L’esposizione, che ha accolto un gran successo di pubblico, ha suggerito di proseguire il filone dedicato all’arte incisoria, esponendo all’interno di teche in acciaio e vetro quelle opere che, per motivi conservativi, non sono tradizionalmente esposte al pubblico.

L’allestimento mantiene le cinquantasei teche progettate dallo studio APML architetti, strutture pensate per preservare al massimo le condizioni ottimali di conservazione delle opere sia da un punto di vista microclimatico che luministico.

Disegnatore, incisore, quasi architetto e antiquario, Giambattista Piranesi è considerato l’ultimo grande esponente dell’incisione veneta del Settecento. La sua attività ha influenzato non solo architetti, ma anche scenografi e pittori oltre che lasciare un forte impatto anche sulla fantasia letteraria.

Veneto di nascita, ma romano d’adozione, Piranesi si presenta con una fisionomia artistica assai complessa, che lo colloca a cavallo tra rococò e neoclassicismo. Giunto a Roma appena ventenne, decide di trasferirvisi definitivamente a partire dal 1747, iniziando la produzione delle celebri Vedute di Roma: raccolte di tavole raffiguranti ruderi classici e monumenti antichi, tra cui quelle presenti nelle collezioni di Bassano del Grappa.

Architetto di limitato successo — l’unico edificio costruito su suo progetto fu la chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma — Piranesi diede vita nelle sue incisioni ad architetture che stupirono il mondo, magnificamente oniriche ma al contempo potentemente concrete e per questo destinate a colpire la fantasia di molti. Di lui parlarono con ammirazione sconfinata non solo esperti d’arte e di architettura, ma anche poeti e scrittori. Da Victor Hugo, a Charles Baudelaire, Aldous Huxley, Henri Focillon sino a Marguerite Yourcenar che volle dedicargli una biografia dove, a proposito delle Carceri d’invenzione — l’opera forse più famosa di Piranesi — scrive trattarsi di «una delle opere più segrete che ci abbia lasciato in eredità un uomo del XVIII secolo».


  Scheda evento:
Mostra:
20/06-19/10 PALAZZO STURM, BASSANO DEL GRAPPA
Giambattista Piranesi. Architetto senza tempo



Giambattista Piranesi: Arco di Tito. Acquaforte 47,7 x 70,6


Giambattista Piranesi: Veduta resti dei triclini della Domus Aurea di Nerone. Acquaforte 45,5 x 57,4


Giambattista Piranesi: Mausoleo di Santa Costanza. Acquaforte 41,5 x 56,4


Giambattista Piranesi: Arco di Costantino. Acquaforte 47,7 x 71,2


Giambattista Piranesi: Tempio della Sibilla a Tivoli. Acquaforte 51,9 x 68,6


Giambattista Piranesi: Isola Tiberina. Acquaforte 58,8 x 85,2

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