22/07/2015 - Zaza(us) è un progetto di recupero e ristrutturazione di sottotetto di una villetta a schiera a Milano.
Il progetto porta la firma di Roberto Zanoletti che ha previsto la totale demolizione delle partizioni interne e il rifacimento dei solai e dell’impianto strutturale. La tipologia di abitazione è a sviluppo verticale, piano terra, primo piano e mansarda a soppalco e richiama molte unità residenziali giapponesi.
Una volta “liberata” la casa dai vecchi divisori, l’idea progettuale è stata quella di definire gli ambienti e le loro funzioni tramite il solo inserimento di due volumi di legno, annullando l’abituale ripartizione in classici spazi chiusi.
In tal modo, al piano terra, un solido austero in legno e acciaio identifica la cucina consentendo un dialogo aperto a zona pranzo e living. Salendo al primo piano si svela la doppia altezza, una scatola interamente bianca nella quale è stato inserito un volume di legno che, opportunamente scavato, ha permesso l’identificazione delle funzioni abitative.
Dalla tipologia residenziale più diffusa, due piani in batteria, nasce l’open space verticale, strutturato come un armadio-baule, con tre scomparti, occupati da tre scatole e altrettanti spazi vuoti. Nello scomparto inferiore: scatola-cucina e spazio-ricettivo. Nello scomparto centrale: scatola-bagno e spazio riflessivo. Nello scomparto top: scatola-letto e spazio-formativo.
Ne risulta un gioco equilibrato di solidi, dove i vuoti sono intesi come solidi in negativo.
“Da bambini, a casa dei nonni, si costruivano mondi senza confini, giocando da soli, di nascosto dai grandi, rannicchiati dentro un vecchio armadio a muro, o pancia a terra sotto un letto altissimo. Tra scatole di cartone e oggetti misteriosi, sorgevano palazzi, castelli, scalinate, immensi saloni e altissime mura […]. Venti o trenta anni dopo, diventati grandi, ci si ritrova con la propria principessa imprigionati in unità abitative standard, due piani, quattro vani, sei finestre, ottanta metri di stanze piccole, soffitti bassi e la presa tv tra l’angolo cottura e il divano a elle, a questo punto, con incoscienza infantile l’architetto-bambino Roberto Zanoletti ha pensato: se da bambino riuscivo a trasformare un armadio in un castello, posso benissimo da architetto trasformare una casa in un armadio, con scompartimenti aperti, che contengono interi mondi”.
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